La CCT ha parlato in particolare del nuovo tipo di governo che si è venuto a creare dopo che la regione ha assunto le competenze delle province: la caccia fa parte proprio di queste competenze, di conseguenza la Confederazione vorrebbe un metodo diverso rispetto a quello emerso negli ultimi tempi per quel che riguarda le questioni legate al varo delle leggi sul funzionamento degli Ambiti Territoriali di Caccia, senza dimenticare l’approvazione degli aggiornamenti sulla legge regionale sull’attività venatoria.
Il consiglio dei cacciatori toscani è quello di evitare procedure frammentarie, dato che non sono in grado di intuire e valorizzare nel modo giusto quali sono i contributi messi a disposizione dall’esperienza del mondo della caccia. Le proposte e i suggerimenti più preziosi non possono che arrivare dalla conoscenza dei problemi, ma i cacciatori toscani temono che gli sforzi condotti dal mondo venatorio vengano vanificati, in primis quelli fatti per gestire al meglio la fauna e il territorio della regione.
Nel messaggio è stato poi ribadito come tale impegno non sia mai stato finalizzato a ottenere obiettivi di tipo corporativo. La legge obiettivo per il controllo degli ungulati in Toscana è stata definita in maniera positiva, un buon testo che esisteva già sei anni fa e che non è stato finora applicato a causa della rinuncia delle province e della Regione. Nel corso del dibattito sulla stessa legge, inoltre, è stato affermato che la norma elimina i ruoli e le competenze degli Ambiti Territoriali di Caccia, in questo caso rischia di non raggiungere nel concreto i traguardi per cui è stata pensata. Il confronto dovrebbe riguardare gli appostamenti, le misure dei box e dei recinti destinati ai cani, l’operatività degli ATC, le risorse dovute e altro ancora, mentre la conferenza a cui si è fatto cenno prima dovrà coinvolgere tutti i soggetti interessati.