Fare una previsione sulla tenuta e durata dell’attuale maggioranza di Governo è sicuramente difficile. La cosa certa è che il recente risultato scaturito dalle urne, certifica un cambio di asse tra Lega e Cinquestelle, sul quale si stanno producendo i primi risvolti politici. Nonostante la tregua di queste ore, improntata a parare i colpi dell’Europa e affrontare le conseguenze drammatiche di una procedura d’infrazione per deficit con le immaginabili conseguenze per l’economia del paese e le tasche dei cittadini, il clima appare tutt’altro che sereno. La tragica situazione dell’ILVA di Taranto, il decentramento produttivo di tante piccole e medie imprese, l’annunciata “scure” sui tagli alla Sanità per le Regioni, non sono certo quisquiglie.
Il continuo braccio di ferro sui cantieri e non ultima la TAV, sono l’emblema di un cambio di rotta che non è possibile al momento valutare in tutta la sua portata. Per le opposizioni la crisi di governo è alle porte e i nodi giganteschi da sciogliere, non consentiranno rinvii né tatticismi. In una parola, ci troviamo sicuramente in una situazione convulsa e di forte instabilità politica. Nonostante ciò, all’indomani della clamorosa disfatta del M5S, l’animalismo “di apparato” continua a lavorare e a produrre continue insidie. Pensavamo che i cittadini avessero espresso un giudizio tombale verso coloro che avevano fatto dell’animalismo fondamentalista la bandiera da sventolare. A quanto pare la lezione non è servita; i fatti dimostrano anzi proprio la volontà opposta.
Per mascherare alcune inevitabili concessioni sul programma di governo, taluni stanno già pensando di mandare precisi segnali al proprio elettorato su questioni specifiche e su battaglie elevate a simbolo di una pseudo cultura politica. La notizia che circola da alcune settimane sulle intenzioni del Ministro Costa sulla predisposizione di un decreto legge “proteggi animali” incentrato sul divieto di utilizzo degli animali in tutte le manifestazioni, rappresenta in modo plastico la volontà di proseguire sulla strada dello scontro e di una forte contrapposizione alla cultura rurale e alla salvaguardia delle tradizioni. In simbiosi con il ministro dei beni culturali Benisoli (M5S), si pensa di utilizzare il veicolo delle Legge Delega per il riordino della materia dello spettacolo, per sferrare un nuovo colpo. L’iter legislativo è molto complesso; ma non possiamo certo abbassare la guardia!
Secondo alcune indiscrezioni il nuovo decreto in cantiere conterrebbe non solo il divieto di utilizzo degli animali nei circhi, ma anche divieti e forti limitazioni su ogni manifestazione che veda la possibilità di utilizzo o esposizione degli animali. Mostre faunistiche, fiere degli uccelli, esposizioni e non solo potrebbero essere definitivamente messe fuori legge. In Toscana abbiamo un patrimonio infinito da difendere e tutelare. Al netto di tutto ciò che riguarda il comparto agricolo e zootecnico che muove ingenti risorse economiche, anche in ambito venatorio, sono centinaia le manifestazioni e le attività che tengono viva la nostra cultura, le nostre radici e le nostre tradizioni.
Basta dare un’occhiata al programma della Federazione Associazioni Toscane Fiere Ornitologiche (FAFTO), per scoprire la quantità e qualità di eventi che raggruppano fiere centenarie con migliaia di visitatori ed estimatori che di colpo sarebbero le prime vittime di un provvedimento fazioso e dalla dubbia legittimità. La CCT sostiene da tempo che il nostro mondo deve sempre di più “fare sistema” unendosi per contrastare un fenomeno aggressivo e pericoloso. Nello specifico, visto l’avvio dell’iter legislativo, dovremo porci l’obbiettivo di contrastare e fermare questo decreto. Da subito, a partire proprio dalla realtà Toscana, ci impegneremo per quanto di nostra competenza, a costituire un fronte trasversale per rivendicare sui partiti e verso i rappresentanti toscani in parlamento, questa sciagurata proposta ed ogni ulteriore tentativo di analogo segno.