Caccia in Sicilia
La stagione venatoria in Sicilia rischia di partire fortemente limitata. Alla base ci sono i ritardi legati alla pubblicazione del calendario venatorio dopo i ricorsi presentati dalle associazioni ambientaliste. Sull’argomento interviene la deputata all’Ars Elvira Amata con un interrogazione al governatore Nello Musumeci e all’assessore all’Agricoltura Toni Scilla. Il capogruppo di Fratelli d’Italia chiede “quali interventi mirati alla definizione di un calendario venatorio non suscettibile di ricorsi, si intendano porre in essere per garantire l’esercizio dell’attività di caccia ai tanti appassionati”.
Ricorso animalista
Lo scorso 25 maggio era stato emanato il calendario venatorio 2022-2023 della Regione Siciliana, ma a seguito del ricorso avanzato da Wwf, Legambiente, Lipu, Enpa, Lac e Lega per la difesa del cane, il Tar Sicilia aveva disposto la sospensione dell’efficacia del decreto assessoriale e sospeso il calendario venatorio della Sicilia, nelle parti in cui si discosta dal parere dell’Ispra, senza adeguata motivazione. “La mia solidarietà va ai cacciatori che potranno soltanto per pochi giorni di settembre svolgere l’attività di caccia consentita esclusivamente per alcune specie – spiega Amata – ma, alla luce dei vari provvedimenti, il calendario venatorio ha subito una serie di limitazioni con la oggettiva difficoltà a praticare la caccia da parte di tanti siciliani, che annualmente versano regolarmente le quote previste a fronte di sempre maggiori limitazioni del periodo venatorio.
Cosa dice la legge regionale
Tra l’altro – aggiunge Amata – sembrerebbe che stentano a trovare piena applicazione, le previsioni della legge regionale sulle norme per la protezione, la tutela e l’incremento della fauna selvatica e per la regolamentazione del prelievo venatorio. Disposizioni per il settore agricolo e forestale, con particolare riferimento all’ immissione di fauna selvatica a scopo di ripopolamento”.