Grazie al Progetto triennale “Verso il prelievo venatorio sostenibile della Lepre italica (Lepus corsicanus) in Sicilia: buone pratiche e azioni di monitoraggio”, promosso dal Consiglio Regionale della Federcaccia e dall’Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche ed Agro-ambientali della Federcaccia nazionale (con il supporto del Laboratorio di Zoologia Applicata dell’Università di Palermo) e autorizzato dalla Regione Siciliana, è stato individuato e accertato il primo caso di Mixomatosi nella Lepre italica in Sicilia. L’abbattimento, avvenuto durante l’attività venatoria sperimentale nel comune di Racalmuto (AG) il 29 novembre 2018, di un maschio adulto di Lepre italica del peso di soli 2,3 kg, che presentava lesioni cutanee al capo, all’occhio (blefarocongiuntivite) e a livello genitale, sospette per Mixomatosi, ne hanno motivato il trasferimento in sicurezza al Centro di referenza nazionale per le Malattie Virali dei Lagomorfi presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna (Brescia), per gli accertamenti diagnostici specialistici.
Recentemente è pervenuta dal predetto Centro la conferma della positività dell’esemplare per il Myxoma virus (MYXV o Poxvirus) da parte dei dottori Lavazza, Cavadini e Capucci. Le analisi molecolari effettuate hanno confermato che si tratta del ceppo “classico” del Myxoma virus, che colpisce il Coniglio selvatico. Sono in corso approfondimenti su questo primo caso assoluto di Mixomatosi nella Lepre italica. La Mixomatosi è una malattia infettiva virale che colpisce pesantemente le popolazioni di Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), nelle quali determina pesanti mortalità. Era già noto, essendo stato testato anche in prove sperimentali controllate, che l’infezione può colpire, ma solo sporadicamente, anche la Lepre europea (Lepus europaeus) nella quale, tuttavia, manifesta delle lesioni meno gravi rispetto al coniglio. La trasmissione avviene principalmente per contatto e attraverso vettori Artropodi (pulci, zanzare, ecc.), da esemplari infetti. La Mixomatosi NON si trasmette all’uomo.
Il virus ha il suo ospite naturale nel Silvilago sudamericano (Sylvilagus brasiliensis), nel quale provoca un fibroma cutaneo benigno, localizzato nel sito di inoculo. Anche il Silvilago o “minilepre” (Sylvilagus floridanus) può infettarsi in forma lieve, ma soprattutto può rappresentare un serbatoio naturale di diffusione del Myxoma virus al Coniglio selvatico e alla sua forma domestica. Nelle popolazioni naturali della Lepre europea, casi di Mixomatosi sono stati segnalati sporadicamente in passato e sempre in piccoli numeri, di solito associati a focolai dell’infezione nelle popolazioni di Coniglio selvatico che vivono nelle stesse zone; recentemente anche in Gran Bretagna (2014). Degni di nota sono i casi anomali di Mixomatosi segnalati nel 2018 e 2019 nelle popolazioni di Lepre iberica (Lepus granatensis) di Spagna e Portogallo, nella quale hanno determinato consistenti mortalità. In questi casi si è dimostrata la trasmissione del virus da lepre a lepre a seguito di un vero e proprio “salto di specie” (spillover).
Infatti, gli studi hanno dimostrato che le infezioni erano dovute ad un ceppo ricombinante del Myxoma virus denominato “MYXV Toledo” (caratterizzato dall’inserimento di quattro nuovi geni verso il terminale 3′ end del genoma a polarità negativa del Poxvirus – Dott. Lavazza, com. pers.). Le indagini molecolari svolte sul Myxoma virus della Lepre italica di Racalmuto da parte del Centro di referenza nazionale per le Malattie Virali dei Lagomorfi di Brescia, hanno fortunatamente escluso che sia in causa quest’ultimo virus, trattandosi infatti di un ceppo “classico” di MYXV. Si conferma ancora una volta il ruolo positivo svolto dal cacciatore come “sentinella ambientale” nell’ “early warning”. La “sorveglianza opportunistica” della fauna selvatica sul territorio si basa, infatti, sul rilevamento precoce dei casi anomali di mortalità/morbilità, allo scopo di allertare le Autorità sanitarie preposte. Un caso di questo tipo ben difficilmente si sarebbe potuto accertare senza il fattivo coinvolgimento dei cacciatori ed il campionamento diretto di individui in natura. Visti i risultati molto positivi del Progetto, non solo sotto il profilo del monitoraggio sanitario, l’azione dei cacciatori proseguirà anche nella stagione 2020/’21 con la finalità di gestire la risorsa Lepre italica in Sicilia in modo sostenibile per le generazioni presenti e future, e secondo le indicazioni derivanti dalla scienza (Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro-ambientali della Federcaccia).