Da allora sono passati due lustri e si sono susseguite delusioni e poche soddisfazioni, con errori che vengono ancora pagati e che potrebbero ricadere sulle future generazioni di cacciatori del Piemonte. Ora è diventato necessario organizzare un nuovo momento del genere per consentire di alzare la voce e chiedere giustizia e rispetto per la dignità di quasi 250 mila persone.
Come sottolineato nella nota ufficiale dalle associazioni venatorie, i cacciatori piemontesi vengono discriminati da due anni da decisioni assurde, tanto da essere costretti a ricorrere di continuo al Tribunale Amministrativo Regionale per tutelare diritti sacrosanti. Inoltre, il 2015 si è chiuso in maniera negativa con il divieto di caccia di specie selvatiche da sempre oggetto di prelievo in Piemonte.
Il 2016 non è iniziato meglio e la conferma dell’ultimo calendario per la stagione 2016-2017 è stata vista come una imposizione vera e propria. Le associazioni si sono unite per dar vita a una grande manifestazione di protesta, nuovamente a Torino e all’insegna dell’educazione e della civiltà. L’appuntamento è stato fissato per il prossimo 10 giugno, a meno che non ci saranno divieti o elementi di ostacolo.