Sono passate due settimane dalla grande manifestazione dello scorso 10 giugno e ora i cacciatori piemontesi sono in attesa. Come emerso da un comunicato congiunto delle sezioni regionali dell’ANUUMigratoristi, Federazione Italiana della Caccia, Enalcaccia, Ente Produttori Selvaggina e Associazione Nazionale Libera Caccia, l’attesa riguarda una risposta da parte della politica. La stessa politica è stata definita “lenta e anelastica” quando si tratta di affrontare problemi venatori.
Il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale è stato ormai depositato ed è il quarto in neanche due anni. La fine del prossimo mese di luglio sarà decisiva per la discussione in aula. Le associazioni venatorie riunite nella nota ufficiale si sono dette fiduciose sul futuro e confidano “nell’equilibrio e nella saggezza che hanno contraddistinto i precedenti giudizi”.
I cacciatori piemontesi vogliono e pretendono rispetto, inoltre non hanno più intenzione di subire in modo passivo le prevaricazioni politiche. In caso di nuovi atteggiamenti ostili, sono pronti a sollevare la questione di fronte al Presidente della Repubblica e persino all’Unione Europea. Il comunicato si conclude con la constatazione amara dei soldi pubblici dilapidati dalla Regione Piemonte per difese deboli e fragili.