L’Associazione Cacciatori Lombardi è intervenuta per fare il punto su un termine che viene utilizzato sempre più frequentemente, forse anche troppo. Si tratta della parola “biodiversità” che, sempre secondo ACL, viene citata innumerevoli volte, ma anche scritta e usata, oltre che spesso abusata. L’obiettivo del comunicato non è quello di demonizzare in qualche modo la parola, più che altro di censurarne l’abuso a cui si è appena fatto riferimento.
In effetti, la biodiversità si è trasformata in una sorta di “prezzemolo”, presente ovunque, ma la cui quantità non può essere eccessiva. Come sottolineato dai Cacciatori Lombardi, “Poiché essa ha un senso, non riempiamoci la bocca e soprattutto non mettiamola dappertutto”. In nome della biodiversità si avanzano proposte, progetti e campagne di ogni tipo, ma spesso nascondono delle iniziative contrarie alla caccia, mentre è proprio l’attività venatoria a tutelarla.
Nei documenti ufficiali si legge questo termine e si capisce quasi subito quali sono le intenzioni. Di conseguenza, ACL ha chiesto di “esorcizzarlo” e condurlo nei giusti binari. In particolare, l’associazione ha appena esaminato un documento del Ministero dell’Ambiente che riguarda il contrasto agli illeciti per quel che riguarda gli uccelli selvatici: biodiversità è proprio la parola chiave, ma del testo si parlerà in modo più dettagliato in un prossimo editoriale.