Mancano tre mesi al referendum sulla riforma costituzionale che è destinato anche a sancire la sopravvivenza o meno del Governo Renzi. L’Associazione Cacciatori Lombardi sa già cosa votare, per lo meno se non cambierà la posizione del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, sui temi venatori. Il No al referendum sarà definitivo se il titolare del dicastero non farà marcia indietro sulla chiusura anticipata della caccia per quel che riguarda il tordo bottaccio, la cesena e la beccaccia.
Come si legge in una nota dell’associazione, inoltre, le conseguenze di un voto simile sono conosciute, ma è forte l’intenzione di costituire dei comitati per il sostegno del No. L’ACL si è chiesta perchè quando si parla di caccia l’Italia non viene equiparata a paesi come Francia, Portogallo, Spagna o Grecia, in cui la stagione viene posticipata fino al 10 febbraio. L’associazione venatoria chiede semplicemente il mantenimento di quello che già si aveva.
Il comunicato sottolinea anche un aspetto importante: “I cacciatori italiani sono per prima cosa lavoratori, pensionati, artigiani e industriali che chiedono rispetto e maggiore dignità. Baluardi di una società civile sempre più priva di ideali ma sopratutto di riferimenti“. Ora si attende una risposa del ministro Galletti, altrimenti questa intenzione di voto rimarrà tale.