Deroghe, roccoli, segnatura immediata della migratoria sono le questioni aperte. Secondo l’associazione, la politica venatoria della Regione Lombardia è stata dirigistica e autoritaria, quasi sempre a danno dei 70mila cacciatori regionali. Spesso, poi, sono mancati addirittura il confronto e il dialogo. Le responsabilità sono state scaricate dall’assessore Gianni Fava sul Ministero dell’Ambiente e sull’ISPRA, ma queste dichiarazioni continuano a non risolvere i problemi, i quali vengono anzi accentuati.
C’è poi un dubbio che ACL si è posta: “Che siano gli anticaccia i nuovi elettori leghisti?“. Non sono state dimenticate le affermazioni della Lega Nord, secondo cui con la presidenza della Regione di un esponente del Carroccio l’Assessorato alla Caccia sarebbe stato un’altra cosa. La nota si conclude in modo sconsolato: “Era meglio quando si stava peggio”.