In Friuli Venezia Giulia si sta registrando una situazione molto particolare. I cinghiali sono numerosi e gli agricoltori lamentano un danno dopo l’altro. Il censimento dei distretti venatori ha fatto emergere la presenza di quasi 3500 ungulati, anche se i piani di abbattimento hanno riguardato poco più di 4mila selvatici (caccia di selezione e caccia tradizionale). I prelievi, inoltre, hanno portato all’uccisione di meno di 3mila esemplari, motivo per cui è stata autorizzata la caccia in deroga, a cui penseranno i Carabinieri Forestali.
In tanti si stanno chiedendo perchè ci siano stati pochi abbattimenti e i motivi sembrano essere diversi. In particolare, si parla dello scarso interesse nei confronti della specie e delle difficoltà nel commercializzarne la carne. La Regione ha comunque deciso di immettere sul mercato tutta la carne dei capi abbattuti, con i distretti venatori che possono acquistare le celle frigorifere per la conservazione.
Il mondo venatorio appare diviso. Secondo diversi cacciatori il selecontrollo permette di eliminare più esemplari e frenare la riproduzione, ma non tutti la pensano allo stesso modo. Le riserve che non riescono a raggiungere gli abbattimenti minimi possono invitare altri cacciatori, un’apertura che non sembra interessare a tutti e che aumenta le divisioni. Ora si vedrà cosa permetterà di raggiungere l’intervento dei forestali.