Andare a caccia significa anche e soprattutto conoscere la natura: una delle scienze più affascinanti che parla di natura è l’ornitologia, la complicata arte di riconoscere a prima vista un volatile. Più facile di quel che si direbbe se si conoscono alcuni trucchetti.
Non è solo una questione di cultura, e non è solo importante per vantarsene con gli amici al bar. Per un cacciatore, parliamo di quelli a cinque stelle, saperne qualcosa sull’ornitologia è piuttosto una necessità: ne va della buona caccia e della fama di buoni cacciatori. Tanto per cominciare ricordiamo brevemente che l’ornitologia è lo studio degli uccelli, una branchia piuttosto ampia della zoologia. Detto questo, pur non avendo passato mesi sui libri i cacciatori per esperienza sanno che gli uccelli per quanto tutti dotati di due ali, due zampe, becco e piume, presentano differenze sostanziali, dettate soprattutto dai luoghi nei quali hanno vissuto.
A far la differenza possono pensarci le abitudini migratorie: un uccello stanziale avrà una struttura alare diversa dalle specie tipicamente migratrici, esattamente come sarà diversa la struttura corporea, l’apparato alimentare e le abitudini di vita. Oggi naturalmente ci riferiremo alle specie cacciabili e che vivono o raggiungono periodicamente il territorio italiano: gli ordini sono piuttosto numerosi. Ci sono gli anseriformi, i caradriformi, i columbiformi, i galliformi, i passeriformi e i gruiformi.
Gli anseriformi. Li conoscerai di sicuro visto che appartengono alla famiglia degli anatidi, amano i climi caldi ma sono presenti anche nei climi freddi: normalmente migrano in grandi gruppi e fanno parte della famiglia il Germano Reale, la Marzaiola, il Codone, il Moriglione, la Moretta, la Alzavola, la Canapiglia, il Fischione e il Mestolone.
I caradriformi. Si tratta di un ordine che in sé raggruppa specie molto differenti. Alcuni dei caradriformi vivono stanzialmente nei pressi d’acque anche particolarmente profonde, ma per esempio la beccaccia, pur essendo un caradriforme fa eccezione alla regola. Fra maschi e femmine non esiste una grossa differenza nel piumaggio e in genere conducono una vita in comunità, ancora una volta fatta eccezione per la beccaccia e il frullino. Sono specie monogame e una delle caratteristiche che contraddistingue i caradriformi è quella di nidificare a terra.
I columbiformi. Il loro becco è molto lungo, sono di media grandezza e normalmente si distinguono per le forme particolarmente pesanti. La coda è piuttosto lunga e le ali hanno forma appuntita. Anche le zampe sono caratteristiche, corte e robuste, con dita piuttosto sviluppate visto che il loro compito principale è quello di consentire un confortevole appoggio sui rami. Compatto e resistente agli agenti atmosferici il piumaggio del columbiformi è identico in entrambi i sessi. Vivono preferibilmente nei boschi, ma anche nelle campagne alberate e non disdegnano la vita nei parchi cittadini. Per vivere necessitano di grandi quantità di acqua e riescono a deglutire senza dover necessariamente sollevare il capo. Fra i più noti columbiformi c’è il Colombaccio e la Tortora.
I galliformi. Le specie che fanno parte di questa categoria sono ben 250 e alcune sono domestiche altre fanno parte di quel gruppo detto di fauna pregiata: ne son esempio il Fagiano, la Starna, la Pernice e la Coturnice. Li si riconosce semplicemente per via del corpo tozzo sul quale si innestano piccole ali che poco si adattano al volo. Di robusto invece presentano le zampe che per altro consentono loro i movimenti velocissimi che li caratterizzano. Bellissimi i piumaggi e le colorazioni: in questo caso i maschi presentano tonalità sicuramente più appariscenti rispetto agli esemplari femmine. Normalmente vivono a terra, e preferiscono ambienti boschivi o comunque protetti. Autonomi fin da giovanissimi, i pulcini fin da subito sanno procurarsi il cibo. Interessante ricordare la divisione fra tetraonidi (Gallo Cedrone, Gallo Forcello, Pernice Bianca e Francolino di Monte) e i fasianidi (Coturnice, Fagiano, Starna, Pernice Rossa, Pernice Sarda e Quaglia).
I passeriformi. Anche in questo caso ci troviamo davanti ad un ordine di uccelli piuttosto ricco visto che sono passeriformi praticamente la metà dei volatili presenti sul pianeta. Solo in Italia ne sono presenti ben 150 specie. Normalmente si tratta di volatili molto piccoli o stranamente grandi: due esempi esemplificativi possono essere il piccolissimo Regolo e il grande Corvo Imperiale. Un tratto distintivo è rappresentato dalle zampe dotate di quattro dita e con unghia sull’alluce. Tutti dotati di grandi capacità di volo in genere i galliformi si dividono in turdidi (Tordo Bottaccio, Tordo Sassello, Cesena e Merlo), sturnidi (Storno), fringillidi (Peppola e Fringuello), corvidi (Corvo, Cornacchia, Cornacchia Grigia, Gazza, Ghiandaia, Taccola).
I gruiformi. L’ordine contempla specie piuttosto differenti. In generale si distinguono per via di un becco proteso, di un collo lungo e di zampe prive di piumaggio. Fanno parte della grande famiglia la Folaga, la Gallinella d’Acqua, il Porciglione e molti altri.
Insomma una varietà di volatili sorprendente che è sempre bene conoscere e saper riconoscere.