Cacciatori e ambientalisti si incontrano alla mostra sulla “Biodiversità e gestione faunistica nelle Marche” organizzata a San Severino Marche in provincia di Macerata.
Presenti poi l’assessore alla Caccia della Regione Marche, Paola Giorgi, il parlamentare David Favia, l’assessore Giovanni Torresi per la Provincia di Macerata, i sindaci di Treia, Franco Capponi, di Montefano, Carlo Carnevali, i consiglieri comunali Gilberto Chiodi e Alessandra Aronne, il comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato, Giuseppe Bordoni, i comandanti delle stazioni di San Severino Marche, Maurizio Simoncini, e di Cingoli, Claudio Forconi. E proprio il Corpo Forestale dello Stato ha allestito uno stand all’interno della mostra dove è presente anche un bellissimo esemplare di aquila reale e dove vengono presentate le numerose attività svolte quotidianamente dagli uomini del “1515”. La mostra “Biodiversità e gestione faunistica nelle Marche” è un percorso educativo ed interattivo concepito, in particolar modo, per le scolaresche. Esso si sviluppa su di uno spazio di 2mila metri quadrati ed è composto da diversi diorami di ampie dimensioni sui mammiferi e preparazioni tassidermiche di ungulati e carnivori, ma anche da diorami sull’avifauna tipica degli ecosistemi acquatici, con particolare riferimento agli anatidi e agli ardeidi.
Poi ci sono microdiorami relativi a diversi ambienti: gariga con trampolieri e alaudidi, canneto ripariale con rallidi, ambiente collinare con i galliformi, ambiente pre montano con i turdidi e i fringillidi, ambiente ad agricoltura intensiva o marginale con i corvidi e, infine, bosco e ambienti umidi con gli scolopacidi. All’interno della mostra sono anche presenti un’esposizione di rapaci diurni e notturni insieme a una mostra fotografica naturalistica, con il contributo di cinque tra i maggiori fotografi italiani viventi, e una mostra sulla fauna alloctona indesiderata. Il percorso didattico è introdotto da una gigantografia murale di Charles Darwin, sull’origine della specie, e presente, da ultimo, anche un’esposizione di opere originali di Roberto Lemmi insieme a poster e bandi d’epoca sull’evoluzione dell’attività venatoria e della fauna nelle Marche dal 1600 ad oggi, con particolare riferimento ai danni alle colture e al legame del cacciatore col territorio.
( 8 ottobre 2014 )
Fonte: CorrierreAdriatico