“Malgrado il ritardo con cui sono state recepite siamo soddisfatti che il nuovo regolamento regionale per la caccia al cinghiale abbia accolto le nostre proposte. Adesso però il confronto deve proseguire senza indugi e la Consulta messa in grado di operare una efficace governance faunistico venatoria con metodi e strumenti nuovi e aggiornati”. A dirlo è il presidente regionale FIdC Calabria, coordinatore delle AAVV regionali. Il Coordinamento delle Associazioni Venatorie Calabresi (Federcaccia, Libera Caccia, Enalcaccia, Arci Caccia, ANUUMigratoristi, Italcaccia ed Eps), in relazione all’approvazione delle modifiche al regolamento per la Gestione Venatoria della Specie Cinghiale, esprime soddisfazione, per l’accoglimento delle proposte formulate dal mondo venatorio, sebbene questo sia avvenuto con oltre un anno di ritardo.
È necessario puntualizzare infatti che le modifiche apportate al Disciplinare in questione, oltre a coronare le incessanti battaglie su questo come su altri temi gestionali delle AAVV calabresi, nascono principalmente da un proficuo confronto, svoltosi nelle ultime settimane in sede di Consulta Faunistico-Venatoria. Finalmente la Giunta Regionale, a seguito della articolata attività della Consulta, del Dipartimento Agricoltura e dell’Ufficio Caccia, raccogliendo le pressanti istanze del mondo venatorio, ha posto rimedio a una serie di punti che senza migliorare la gestione della specie in questione andavano a ledere i più elementari diritti individuali dei cacciatori, arrecando pesanti e immotivate limitazioni all’attività venatoria delle squadre di caccia (sospensione per le squadre che non realizzavano 10 abbattimenti durante la stagione e cancellazione dalle squadre per i cacciatori che si assentassero per più di tre volte senza giustificato motivo).
Quel che più conta però, sono le modifiche e le integrazioni volte a rendere più incisiva l’azione su una specie sempre più invasiva e impattante sulle altre specie animali, sulle attività agricole e sulla stessa sicurezza dei cittadini. Fra i punti nodali previsti dal nuovo Disciplinare, la possibilità di gemellaggi tra squadre senza limiti di battuta (in precedenza previsti solo per tre volte l’anno); la “sburocratizzazione” delle procedure amministrative, con una migliore articolazione delle scadenze e una semplificazione sia per le squadre che per gli AATTCC con risparmio di tempi e di costi sia per i cittadini che per la pubblica amministrazione; l’introduzione in forma sperimentale, della caccia a singolo come metodo di contenimento della specie per mitigare i danni alla colture, al di fuori dalle aree vocate e assegnate alle squadre, quest’ultima da esercitarsi solo previa comunicazione del cacciatore all’ATC di appartenenza ed all’Ufficio Caccia della Regione, che consegneranno agli interessati un vademecum con le disposizioni da osservare. Sulla questione le AAVV hanno proposto tali disposizioni, in relazione alle primarie esigenze della sicurezza.
Al di là dello specifico, riteniamo importante sottolineare la circostanza che le AAVV calabresi, partendo dalle diverse proposte e richieste avanzate nel corso dell’ultimo anno, hanno vissuto il confronto in Consulta evidenziando e richiedendo con forza un necessario aggiornamento delle dinamiche di confronto e di azione di questo organismo, messo ancora più in luce dalla discussione di un tema tanto scottante e delicato. Un approccio più attuale, ma soprattutto funzionale, alle tematiche faunistico gestionali richiede infatti una pianificazione basata su solide e aggiornate conoscenze tecnico-scientifico venatorie; un monitoraggio costante e la sempre aggiornata conoscenza della composizione delle popolazioni selvatiche ottenuta attraverso censimenti su tutto il territorio regionale; la creazione di un “Sistema informativo” con la mappatura delle aree con maggiore incidenza dei danni alle colture e il puntuale censimento delle aree e dei casi di TBC. Il tutto volto alla messa in atto della necessaria governance che veda protagonisti oltre alla Regione e agli AATTCC, tutte le altre componenti interessate alla questione.
I passi successivi dovranno vedere ampliato il confronto rispetto al monitoraggio ed alla gestione della specie cinghiale anche all’interno delle aree protette. La Consulta è l’ambito ideale per proseguire nel confronto e per verificare e mettere in atto tutte quelle proposte sostenibili per superare l'”emergenza Cinghiale”. Le associazioni venatorie facenti parte del Coordinamento proseguiranno con spirito di responsabilità a lavorare alacremente, e chiedono fin d’ora la convocazione della Consulta per proseguire il confronto, con particolare riferimento alla problematica sanitaria. Pianificare realizzare una governance efficace e farsi carico delle esigenze di tutte le componenti, mondo agricolo in testa, può concretizzarsi nell’auspicato (da tutti) cambio di passo veda il cinghiale trasformarsi da problema, e in alcuni casi vera emergenza, a risorsa per tutta la regione.