Inoltre, i danni alle colture sarebbero aumentati, arrivando fino a più di 300mila euro di risarcimenti (quasi il doppio rispetto al 2016). I numeri sono stati ottenuti dai verbali messi a referto dall’Asl, di conseguenza i provvedimenti provinciali dovrebbero essere scontati. L’ipotesi che va per la maggiore è che una parte dei cacciatori biellesi sia contraria alle nuove regole, con le aree vocate che sono passate da 5 a 7.
Non manca però la ricostruzione secondo cui il mondo venatorio avrebbe omesso volontariamente la tracciatura dei capi abbatuti. Ramella Pralungo ha spiegato come i cacciatori dovrebbero capire che il territorio non è una loro zona, ora bisogna assumersi le responsabilità perchè i conti non tornano. Si torna a parlare, infine, del possibile coinvolgimento di squadre di cacciatori provenienti da fuori Biella, nello specifico da Torino.