Cacciatori. L’Associazione Migratoristi Italiani per la Conservazione dell’Ambiente Naturale discute dei problemi correlati all’attività venatoria in Puglia e in tutto il Paese.
I cacciatori della BAT si sono dati appuntamento ieri sera presso l’associazione dei Migratoristi Italiani per la Conservazione dell’Ambiente Naturale, nella sede della sezione cittadina di via Tagliamento per discutere dello stato della caccia in Italia con il dottor Giorgio Panuccio, coordinatore ANUU del Sud Italia.
All’incontro hanno presenziato anche il presidente della sezione cittadina, Salvatore Cannone, il commissario ANUU Bat, Angelo Palmisano e il presidente uscente Natale Zagaria, oltre a tutti gli associati e simpatizzanti. Dopo i saluti iniziali di Salvatore Cannone l’incontro è entrato nel vivo con l’intervento del dott. Panuccio che, in maniera trasversale, ha abbracciato tutte le problematiche del settore venatorio soffermandosi sull’importanza di preservare l’identità associativa.
Nella nostra regione Puglia, il calendario Venatorio vigente ha previsto l’apertura dell’attività lo scorso 1 settembre per i residenti pugliesi, mentre la terza domenica di settembre per tutti gli altri, e prevede la chiusura dell’attività venatoria il prossimo 31 gennaio. Ovviamente per i periodi, giorni e modi di caccia consentiti vi rimandiamo al regolamento dell’esercizio dell’attività venatoria con il relativo calendario predisposto dalla Regione Puglia. Ed è proprio il calendario venatorio ad esser stato messo sotto la lente d’ingrandimento durante il dibattito.
Un calendario che scontenta i cacciatori pugliese come anche quelli calabresi: «La caccia in questo momento non attraversa un buono stato di salute, il problema è comune a tutto il Paese e la Puglia non fa eccezione – ha rimarcato il dott. Panuccio -. Abbiamo tutta una serie di problemi legati allo sviluppo di questa attività che sta regredendo in termini di rinnovo di porto d’armi.
I problemi riguardano essenzialmente un irrigidimento dei calendari venatori che ogni anno si contraggono per quanto riguarda le specie e i mezzi consentiti. Un problema recentissimo – prosegue il coordinatore ANUU del Sud Italia – riguarda la soppressione delle province alle quali sino a ieri competeva la responsabilità di caccia, mentre adesso ci troviamo un attimino disorientati perché queste competenze non sono ancora passate alle Regioni o alle città metropolitane».
Mancano dunque degli interlocutori istituzionali. Un altro dei problemi sollevato dal dott. Panuccio riguarda le politiche comunitarie: «Mentre negli altri paesi le stesse vengono applicate correttamente, nel nostro Paese, grazie anche all’ISPRA (L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), spesso vengono invertite e interpretate in maniera diversa. Ritengo che nella Comunità Europea, chi paga molto pedaggio, da questo punto di vista, sono i cacciatori italiani».
Una situazione generale dello stato della caccia che non cambia molto sia a livello Nazionale che regionale: «Anche qui in Puglia, non c’è soddisfazione per come vengono stilati i calendari venatori perché manca una armonizzazione dei calendari per areale: tutto il centro sud dovrebbe avere un unico calendario venatorio perché è assurdo che per specie e per periodi, regione per regione, faccia dei calendari che differiscono e quindi non tengono conto dell’attività delle varietà selvatiche nella loro migrazione».
La caccia è anche fonte di nuove economie e «Mentre negli altri paesi questa viene maggiormente considerata, in Italia – tiene a sottolineare il dott. Panuccio -, c’è una forma di ambientalismo che criminalizza i cacciatori e blocca lo sviluppo economico ad essa connesso. Pensate anche al settore delle armerie». Quindi, non soltanto il settore alberghiero potrebbe beneficiare di più di una maggior attenzione nei confronti dell’attività venatoria.
La sezione cittadina ANUU conta, ad oggi, 60 tesserati e 20 simpatizzanti. «Un cacciatore – commenta Salvatore Cannone – è prima di tutto un appassionato della caccia che non si traduce solo nello sparare ad un selvatico. È vivere in simbiosi con l’ambiente e avere profondo rispetto per la fauna.
Noi siamo sentinelle dell’ambiente, stiamo attenti ai suoi cambiamenti: ogni anno 7 metri quadrati al secondo, tra aree protette e cementificazioni, vengono sottratti alle aree sulle quali è possibile praticare l’attività venatoria. Purtroppo oggi, siamo penalizzati dall’incertezza del diritto ed anche per questo l’attività associativa è fondamentale e continueremo a promuoverla per migliorarla».
( 18 dicembre 2015 )
Fonte: AndriaLive