Nelle ultime ore un 57enne è morto nel corso di una battuta di caccia al cinghiale ad Apricena (provincia di Foggia) a causa dell’errore di un compagno, ora indagato con l’accusa di omicidio colposo. Michela Vittoria Brambilla, ex ministro e leader del Movimento Animalista, ne ha approfittato per rilanciare i suoi soliti allarmi. Secondo l’onorevole non è accettabile l’indifferenza delle autorità che agevolerebbe la caccia con regole palesemente inadeguate.
A pochi giorni dalla fine della stagione venatoria nel nostro paese, Brambilla ha quindi parlato nuovamente della sua proposta di introduzione del reato di omicidio venatorio. L’idea sarebbe quella di equipararlo all’omicidio stradale, con una reclusione in carcere dai 2 ai 7 anni. L’ex ministro ha rincarato la dose sottolineando come molti cacciatori siano irresponsabili con un’arma in mano: a suo dire servirebbe il silenzio venatorio sia di sabato che di domenica, oltre a qualche difficoltà in più da aggiungere per quel che riguarda il conseguimento della licenza di caccia.
Come se non bastasse, ha chiesto il divieto della caccia in braccata. Infine, non è mancato un riferimento già messo nero su bianco qualche tempo fa, vale a dire nuove visite mediche di idoneità per il mondo venatorio a causa dell’età avanzata di chi pratica l’attività.