Un cacciatore 40enne residente in provincia di Lecce ha denunciato la Questura salentina dopo la sospensione del porto d’armi: il provvedimento sarebbe stato motivato con una condanna inesistente, con una motivazione diversa e corretta dopo la segnalazione ai Carabinieri. Il fatto è avvenuto lo scorso mese di gennaio: la Forestale rilevò l’esercizio dell’attività venatoria da parte del 40enne in una zona protetta.
Secondo il legale del cacciatore, però, nessun tribunale ha accertato la situazione, anche se poi la Questura di Lecce decise di avviare un procedimento amministrativo. La stessa difesa, inoltre, ha ricordato come la Polizia non possa comportarsi in questa maniera se non esiste una condanna definitiva. La Questura non ha sentito ragioni e il porto d’armi è stato sospeso per due anni. Questa posizione non è cambiata neanche dopo un ricorso al Prefetto e la denuncia di querela.
Dopo 24 ore, però, la stessa Questura salentina ha confermato la sanzione, ma con motivi diversi e aggiunti a quelli per cui il procedimento era iniziato. L’uomo si è rivolto alla Procura della Repubblica per accertare una eventuale fuga di notizie in merito alla prima denuncia, visto che la rettifica della Polizia è sembrata strana. Il 40enne non è disposto ad arrendersi e il contenzioso giudiziario servirà a capire se ci potrà essere un’altra evoluzione.