La Provincia di Viterbo approva l’istituzione di un tavolo tecnico per prevenire i danni causati dalla fauna selvatica come proposto dall’assessorato all’Agricoltura e alla Caccia.
Il Consiglio provinciale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno proposto dell’assessore provinciale all’Agricoltura e alla Caccia Franco Simeone, con la proposta già discussa e approvata dalle commissioni Agricoltura e Ambiente, per la prevenzione dei danni alle colture provocati dalla fauna selvatica.
Con la proposta, indirizzata al presidente della Regione Lazio Renata Polverini, agli assessori regionali Angela Birindelli (Agricoltura) e Marco Mattei (Ambiente) il Consiglio provinciale ha richiesto l’istituzione di un tavolo tecnico – politico, con il coinvolgimento dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e degli enti gestori dei parchi, dei rappresentanti del mondo agricolo e dei cacciatori, al fine di adottare misure straordinarie ed urgenti per limitare il più possibile i danni all’agricoltura prodotti dalla fauna selvatica.
Opera di prevenzione ormai diventata essenziale in considerazione delle scarse risorse finanziarie messe a disposizione dalla Regione, non più sufficienti a coprire i danni accertati sul territorio. Il Consiglio provinciale ha richiesto anche di includere in questo tavolo l’Università della Tuscia, nella persona del professor Andrea Amici, che sta collaborando alla redazione del piano faunistico venatorio e ha redatto lo studio triennale di gestione della specie cinghiale.
“Nel corso dell’anno 2008 – ha illustrato l’assessore Simeone – sono stati stimati nei due ambiti territoriali di caccia della nostra provincia, danni pari ad € 646.000,00; nel 2009 i danni sono stati pari ad € 516.000,00, nel 2010 ad € 537.000,00, mentre sono ancora in corso di elaborazione i dati relativi all’anno 2011”. “Data la scarsità delle risorse finanziarie a disposizione degli enti pubblici – ha aggiunto Simeone – anche nella nostra provincia sono in atto ricorsi con emissione di decreti ingiuntivi con i quali la Regione Lazio è stata condannata al pagamento, oltre che del danno, di tutti gli interessi maturati negli anni e delle spese processuali”.
La sentenza n. 57 del 15/02/2011 recita: “In difesa di fondatezza giuridica della pretesa ad una riduzione del risarcimento, deve ritenersi che la Regione sia tenuta al pagamento del residuo in quanto obbligata a mettere a disposizione i fondi per la gestione della fauna selvatica e per i danni da questa procurati, e comunque in quanto responsabile, ex art. 2043 cc, non avendo dedotto né provato di aver fatto quanto necessario per evitare i danni procurati da fauna selvatica, dovendosi al contrario escludere l’obbligo alcuno di protezione dei fondi da parte di proprietari di terreni.”
“Nonostante l’enorme sforzo profuso da tutti i soggetti interessati (agricoltori – cacciatori) e dagli uffici provinciali – prosegue Simeone – il fenomeno dei danni sta assumendo proporzioni disastrose, fatto questo che rende inevitabile un’azione preventiva su vasta scala, che deve essere necessariamente pianificata in un apposito tavolo tecnico politico con la Regione e tutte le parti interessate”.
Questa proposta è stata condivisa con il collega assessore all’Ambiente Paolo Equitani, con il presidente della commissione Agricoltura Bruno Capitoni e con tutti i consiglieri provinciali che ringrazio per aver compreso l’esigenza di cambiare il tipo d’approccio con il problema. La politica dell’indennizzo – ha concluso l’assessore – purtroppo non è più efficace, è quindi necessario far sì che i danni siano sempre più evitati o limitati al massimo”.
L’Assessorato alla Caccia sta inoltre lavorando alla stesura del nuovo Piano faunistico venatorio che l’assessore Simeone è intenzionato a far approvare presto dal Consiglio provinciale.
Ordine del Giorno di Venerdì 24 febbraio 2012
Ufficio stampa Provincia di Viterbo