La vigilanza venatoria: istruzioni per l’uso. Quello fra vigilanza venatoria e cacciatori è un rapporto difficile, spesso litigioso e irragionevole. E per quanto l’una e l’altra parte vogliano far ricadere le colpe tutte da un lato, queste, come solitamente succede, stanno equamente divise fra le parti.
E’ un fenomeno degli ultimi anni, ma che si sta diffondendo a macchia d’olio: ci riferiamo alla cattiva reputazione di cui godono i cacciatori. Li si dipinge spesso e volentieri in maniera erronea, come poco rispettosi della natura, poco sensibili, poco preparati e in grado di sparare a qualsiasi cosa si muova. Niente di più falso e sbagliato. I cacciatori non solo diventano giorno dopo giorno figure sempre più professionali, amanti della natura che li ospita e grandi conoscitori delle specie vegetali e animali, ma si presentano, ad oggi, indispensabili per la gestione delle popolazioni selvatiche, siano esse di ungulati o meno. Gli animali infatti, quando presenti in maniera esagerata in un territorio, possono dimostrarsi piuttosto dannosi creando problemi anche di seria natura a chi abita la zona o chi possiede attività imprenditoriali e agricole in loco. Se per un qualsiasi motivo le attività venatorie in tutto il mondo si bloccassero d’improvviso, i problemi per la popolazione sarebbero notevoli e forse non del tutto contemplati da chi propone una figura del cacciatore sempre più simile al bracconiere. Eppure, pur sorvolando sulla fama del cacciatore un poco altalenante, i problemi nel quotidiano risultano essere piuttosto numerosi. Un di quelli più fastidiosi è rappresentato dal rapporto, spesso conflittuale con la vigilanza venatoria. A rendere i contatti tanto difficili sono diversi elementi che spesso vengono sottovalutati. Scopriamoli insieme: questo potrebbe aiutare entrambe le parti a proporsi in una maniera più ragionevole e propositiva.
La sanzione come educazione. Spesso lo si dimentica: nel caso di una qualsiasi violazione constatata la sanzione non ha una funzione punitiva, ma piuttosto educativa. Serve dunque ad insegnare il comportamento che in futuro dovrà essere tenuto, e non deve essere necessariamente vista o disegnata come una punizione. In un certo senso la sanzione ha l’obiettivo di prevenire atteggiamenti sbagliati: è da questo punto di vista che dovrebbe essere osservata. Vigilanza venatoria professionale. Gli operatori del settore dovrebbero mostrare un atteggiamento professionale e preparato. Uno dei modi per presentarsi migliore è certamente quello di identificarsi mostrando il proprio tesserino di guardia venatoria. Poco importa se si indossa una divisa o se si ritiene che il proprio status sia inconfondibile: qualificarsi fin da subito non lascia il campo ad alcun dubbio e informa immediatamente il cacciatore sulla figura che si trova davanti e sulla situazione che si sta per delineare. Atteggiamenti aggressivi o litigiosi non gioveranno a nessuna delle parti.
Umanità e buon senso. Uno degli elementi che non dovrebbe mai mancare in chi possiede un tesserino e una certa autorità è l’umanità e il buon senso. Le sanzioni dovrebbero essere imposte prendendo visione della situazione generale, e considerando ogni volta la situazione con umanità e cognizione di causa. Quindi no alle pene eccessive, e no ai comportamenti litigiosi: non sono né intelligenti né professionali e rischiano di creare situazioni poco piacevoli.
Ragionevolezza del cacciatore. Se alla vigilanza venatoria si richiede professionalità, la stessa professionalità deve essere mostrata dal cacciatore. Incontrare un vigilante non significa necessariamente incontrare un nemico: ecco perché è importante essere il più ragionevoli possibile e mostrare immediatamente, quando richiesti, i propri documenti di caccia. Sono indispensabile per l’identificazione e qualora non sia stata violata alcuna regola, i contatti con la vigilanza si chiuderanno lì. Se invece si è commessa qualche infrazione, è sempre bene ammetterlo, cosa che di rado, diciamocelo, i cacciatori fanno.
Buona conoscenza della materia da entrambe le parti. Uno dei modi per evitare situazioni spiacevoli è quello di conoscere alla perfezione la materia, conoscere i propri doveri da cacciatore e i propri diritti. E’ importante sapere ad esempio che né la propria abitazione, né la propria macchina possono essere perquisite, se non con le garanzie previste dall’ordinamento giuridico. Pochi cacciatori conoscono le garanzie indispensabili per la propria difesa nel caso di contestazione di una violazione e per questo più che interlocutori diventano vittime. Insomma una serie di attenzioni che potrebbero rendere più piacevoli e collaborativi i rapporti fra cacciatori e vigilanza venatoria.