Gli agricoltori vicentini, appoggiati dalle sigle animaliste, promuovono una Class Action finalizzata a richiedere il pagamento per i danni che i cacciatori causerebbero entrando nei fondi privati per l’attività venatoria.
Nasce così a Vicenza una class-action, la prima nel suo genere, formata da circa cinquanta agricoltori che chiedono alla Provincia e alla Regione che gli venga riconosciuto un risarcimento per i danni causati ai loro fondi privati dai cacciatori durante l’esercizio dell’attività venatoria.
L’idea agli agricoltori è stata suggerita, (non c’erano dubbi!) dagli animalisti del Coordinamento protezionista vicentino i quali, tramite uno studio legale milanese, stanno procedendo con l’iniziativa; nonostante l’idea possa sembrare bizzarra i promotori invece sono convinti della legittimità della richiesta e spiegano di fare riferimento alla “Legge Quadro Nazionale n.157 del 1992 sulla protezione della fauna selvatica omeoterma e prelievo venatorio ma in provincia di Vicenza nessun proprietario terriero ha mai visto un soldo del contributo previsto della normativa”.
Secondo quanto enunciato dalla Legge nazionale se nei terreni di un agricoltore passano i cacciatori, passaggio al quale non ci si può opporre, il coltivatore ha diritto ad un indennizzo. Ma alcun agricoltore ha mai ricevuto quell’indennizzo in quanto manca la norma applicativa.
Proseguendo dal Coordinamento protezionista vicentino fanno sapere, “entro questa settimana i legali consegneranno tutta la documentazione per questi primi cinquanta proprietari terrieri e gli enti proposti, province e regione, dovranno trovare presto una soluzione per pagare quanto dovuto alle persone che sono costrette a fare entrare i cacciatori nella loro legittima proprietà, senza per altro avere nessun contributo”.
Proprio il portavoce del CPV, Renzo Rizzi, ha spiegato sulla questione, “Alcuni proprietari terrieri si sono rivolti all’amministrazione provinciale di Vicenza chiedendo il pagamento del contributo. La Provincia ha risposto picche, rimandando la richiesta alla regione Veneto, giustificando questa mossa con la mancanza di direttive da parte dell’amministrazione regionale. Se non viene corrisposto il pagamento per una servitù, tra l’altro imposta per legge, è logico che tale servitù decada, anche e naturalmente alla luce del fatto che in nessun altro paese d’Europa vige l’obbligo di permettere ai cacciatori di violare la proprietà privata”.
Gli agricoltori coinvolti hanno annunciato minacciosi “Se Regione o Provincia non pagheranno, siamo pronti a cacciare le doppiette dai nostri terreni”, e Rizzi concludendo nella scia delle affermazioni degli agricoltori ha commentato “Ritengo corretto quanto dichiarato dagli agricoltori, ossia che allontaneranno i cacciatori che entrano nelle proprietà private senza averne diritto”.
Già nei mesi scorsi la questione era stata denunciata dagli animalisti della Lac, Lega anticaccia e Lav, Lega anti vivisezione, promuovendo nel frattempo una campagna informativa e moduli per chiedere il risarcimento. “Se tutti i proprietari vicentini pretendessero di avere i soldi che gli spettano, la cifra da sborsare è da bancarotta, oltre 175 milioni di euro. Si stima un debito da parte di Palazzo Nievo di oltre 17 milioni di euro solo per il 2011: cioè 70 euro per ettaro reso disponibile in zona caccia. Gli ettari di “cacciabile” nel vicentino sono infatti 250 mila”.
3 ottobre 2012
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