Caccia: Verona, il piano di controllo dei cinghiali sul territorio provinciale ha avuto successo grazie all’aiuto dei cacciatori.
La Provincia di Verona rende noti i dati relativi al piano di controllo della specie cinghiale attuato durante la trascorsa Stagione Venatoria; abbattuti 528 capi e buona parte del merito secondo il vicepresidente della Provincia nonché assessore alla caccia, Fabio Venturi, è dei cacciatori: “Ci stanno dando una grossa mano nel contenimento di questi animali, devastanti per le nostre colture di pregio”.
I dati forniti dalla Provincia riguardano il territorio della zona collinare e montana del veronese durante il periodo di apertura della caccia al cinghiale, da novembre al 31 gennaio; si riscontra una maggiore efficacia del piano di controllo rispetto alla precedente Stagione Venatoria in cui i capi abbattuti furono 347. Secondo Ivano Confortini, tecnico faunistico della Provincia, i motivi sono svariati, “Sono sicuramente migliorate le tecniche di caccia sia dei cani utilizzati sia per la qualità del prelievo. Se siano aumentati anche i cinghiali rispetto all’anno precedente e quindi ci sia più disponibilità di prede, non possiamo dirlo. Ci mancano anche delle verifiche sulla girata, la tecnica di caccia con il cane limiere che stana il cinghiale, anche se è indubbio che le uscite sono aumentate. Nel corso del 2012 i capi prelevati nel periodo di chiusura della caccia quando si fa solo azione di controllo, sono stati una settantina”.
Dai cacciatori giunge una lamentela riguardo al fatto che un solo macello sia autorizzato per il trattamento delle carni dei capi abbattuti, quello ubicato a Cavalo di Fumane; secondo i cacciatori questo sarebbe una delle motivazioni che scoraggerebbero molti colleghi che avrebbero piacere a partecipare a questo tipo di caccia. Venturi risponde ai cacciatori, “La normativa sui centri di trasformazione è in effetti severa e richiede forti investimenti per chi decide di imbarcarsi nell’impresa. Bisognerebbe venire incontro con una normativa più semplificata e incentivare le adesioni di altri macelli”.
Per il vicepresidente della Provincia ed assessore alla caccia Fabio Venturi i numeri dei prelievi relativi all’ultima stagione di caccia sono notevoli “e di questo bisogna dar merito ai cacciatori che ci stanno dando una grossa mano nel contenimento di questi animali che sono devastanti per le nostre colture di pregio. La Provincia non è rimasta con le mani in mano davanti a questa emergenza e come unica provincia veneta ad aver autorizzato la caccia al cinghiale continua la sua opera con il piano di controllo”.
Inoltre Venturi si dice d’accordo con l’assessore regionale Franco Manzato riguardo al fatto che i cinghiali sarebbero una risorsa economica e spiega, “Quanto alle opportunità d trasformazione della carne, è vero che un unico macello per tutta la provincia è poco. Abbiamo invitato e fatto degli incontri con altri macellai presentando la possibilità, ma non possiamo costringere nessuno e approfittiamo anche delle pagine del giornale per invitare quanti volessero rendersi disponibili a farsi avanti: più punti di trasformazione ci saranno, più incentivati saranno anche i cacciatori a partecipare ai prelievi e maggiori ricadute economiche ci saranno anche sulle attività del territorio”.
26 marzo 2013