Nuovo rinvio per la valutazione del TAR del Veneto riguardo la caccia in deroga alle specie non cacciabili temporaneamente sospesa a seguito del ricorso della Lac; indignato l’on. Berlato.
Alle innumerevoli polemiche sulla questione della caccia in deroga nella Regione Veneto si aggiunge ora l’attacco dell’indignato onorevole Sergio Berlato per l’operato dell’assessore regionale alla caccia, Daniele Stival.
Lo stesso assessore Stival da notizia dell’ulteriore rinvio della decisione del Tar sulla questione, “Il Tar del Veneto, nell’udienza collegiale di oggi ha ulteriormente rinviato al 3 novembre prossimo la decisione sulla richiesta di sospensiva della caccia in deroga avanzata da un’associazione ambientalista”.
Spiega ancora l’assessore “A quanto ci e’ dato di sapere la motivazione sarebbe quella di attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale sotto i profili della competenza. Noi comunque rimaniamo convinti della nostre buone ragioni, ed attendiamo di conoscere a breve i contenuti di questa nuova decisione di rinvio”’.
Prosegue inoltre Stival “’Nel doveroso rispetto per le decisioni della magistratura speriamo che il pronunciamento della Suprema Corte arrivi al più presto, anche perché la stagione venatoria è in pieno svolgimento ed ulteriori ritardi burocratici sarebbero difficilmente comprensibili per il mondo venatorio, che non chiede altro che di poter esercitare la propria attività, nel rispetto dell’ambiente e delle regole”.
Aggiunge l’assessore “Criteri (rispetto dell’ambiente e delle regole) che peraltro abbiamo seguito anche noi come Giunta regionale nell’approntare prima il calendario venatorio generale, e poi la delibera sulla caccia in deroga che, vorrei ricordare, l’anno scorso fu definita seguendo le medesime modalità e contenuti di quella per quest’anno”.
Infine conclude Stival “Di certo non vorrei che, di rinvio in rinvio, si finisse per non dare un giudizio di legittimità a quanto da noi deliberato. Non sarebbe giusto nei confronti di un settore che spesso viene “demonizzato” con una certa leggerezza e superficialità”.
Sulla questione però appare indignato l’on Sergio Berlato grida “Basta!” all’operato di Stival e di rimando al Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, criticando: “L’ignaro assessore regionale alla caccia, il leghista Daniele Stival, ha dato ampia e rinnovata dimostrazione di non essere all’altezza del ruolo che gli è stato affidato e quindi abbia la decenza di rimettere le sue deleghe nelle mani di colui che gliele ha volute per forza affidare, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Se non è Stival ad avere il buon gusto di rimettere le sue deleghe, sia il presidente Zaia ad affidare ad altro assessore questo importante incarico”.
Prosegue Berlato sulla questione, Alla luce del pronunciamento del TAR del veneto che ha prorogato fino al 3 novembre la sospensione della caccia in deroga, riteniamo infatti che sia inaccettabile che i cacciatori del Veneto, così come già capitato agli addetti alla protezione civile, debbano pagare le conseguenze della gestione scellerata del suo assessorato da parte di un soggetto le cui qualità sembrano così ben nascoste da non permettere a nessuno di poterle individuare ed apprezzare”.
Berlato ricorda poi che “Fino a prima dell’arrivo di Stival all’assessorato alla caccia ed alla protezione civile, la Regione del Veneto era ammirata ed invidiata come regione capofila in tutta Italia. I nuovi padroni hanno vissuto di rendita solo per un anno, beneficiando del lavoro fatto dai loro predecessori”.
Conclude infine l’onorevole Berlato con un invito, “Adesso che la pacchia è finita e che palese si dimostra l’inadeguatezza del neo assessore regionale e di quella parte di dirigenti venatori che così rozzamente lo consiglia, per il bene del Veneto e dei veneti, per il bene dei cacciatori e della fauna selvatica, ci sentiamo di suggerire all’assessore Stival di andarsene a casa prima che sia troppo tardi e prima che il frutto di tanti anni di coscienzioso lavoro da parte di chi lo ha preceduto possa essere irrimediabilmente distrutto da questi signori che hanno fatto dell’improvvisazione il loro elemento distintivo e degli slogan il paravento dietro il quale nascondere la loro inadeguatezza”.