Caccia in Veneto: la Commissione consiliare rinvia l’esame della delibera sulla caccia in deroga nella regione limitata a quattro specie volatili.
Giudizio sospeso sulla caccia in deroga: prima di decidere sulla delibera di Giunta che autorizzerebbe, anche se in forma più prudente e limitata, la caccia a quattro specie volatili ‘in deroga’ alle direttive europee, la commissione Agricoltura e Caccia del Consiglio veneto, presieduta da Davide Bendinelli (Pdl), ha preso tempo e ha chiesto all’Avvocatura della Regione un parere per valutare ”eventuali responsabilità civili e penali” che deriverebbero dall’approvazione di tale norma, ”anche in relazione con la sentenza di condanna già pronunciata nel 2010 dalla Corte di giustizia europea”.
Prudenza assoluta, quindi, da parte della commissione di palazzo Ferro-Fini rispetto alla proposta, illustrata dall’assessore regionale Daniele Stival e dai suoi tecnici, che prevederebbe per la stagione venatoria in corso la possibilità di cacciare quattro volatili – storno, fringuello, peppola e pispola – in deroga ai divieti dell’Unione Europea.
Nonostante le riduzioni introdotte quest’anno sul numero di specie cacciabili (da 6 a 4), sul calendario venatorio (un mese e mezzo, sino al 20 novembre, mentre negli anni scorsi le specie in deroga erano cacciabili per 3 mesi sino al 31 dicembre), sul numero massimo di capi abbattibili e sul sistema di segnatura e monitoraggio dei prelievi, la commissione ha preso atto del contenzioso in atto con l’Unione Europea e del rischio – paventato dalle associazioni ambientaliste e dai rappresentanti di Italia dei Valori – di incorrere in sanzioni pecuniarie.
I primi a imprimere una frenata al provvedimento sono stati proprio i consiglieri della Lega Nord che, attraverso il vicecapogruppo Paolo Tosato, hanno proposto di dare ”un si’ condizionato” al provvedimento della Giunta, verificando prima la sussistenza effettiva del rischio sanzioni. Per i consiglieri di Italia dei Valori e del Partito Democratico la Giunta regionale dovrebbe invece ritirare il provvedimento perché – hanno rilevato Sergio Reolon e Graziano Azzalin – appare ”un atto di arroganza” nei confronti delle istituzioni e delle norme comunitarie.
“Qui non si tratta di essere a favore o contro la caccia, ma a favore o contro della legalità e della normativa comunitaria, che non può essere ignorata, producendo un caos che non giova a nessuno e correndo il rischio di sanzioni”. E’ il commento dei consiglieri Pd Graziano Azzalin, Sergio Reolon e Mauro Bortoli sulla decisione assunta dalla commissione Agricoltura di rinviare di una settimana il parere sulla delibera dell’assessore Stival che autorizza la caccia in deroga sino al 20 novembre prossimo.
“Grazie anche al fuoco amico, la delibera sulla caccia in deroga è stata impallinata con un rinvio che ha tutto il sapore della bocciatura – dichiarano i tre esponenti del Pd – nonostante le pressioni e il battage mass mediatico, la commissione ha preferito evitare strumentalizzazioni politiche e richiamare l’attenzione sul rispetto delle regole”. “Ogni anno – spiega Azzalin, vicepresidente della commissione Agricoltura – si ripete la stessa messinscena, con delibere e ricorsi, affermazioni e smentite. Ora però basta: sulla caccia non è più possibile accettare che si proceda con leggerezza. Proprio in questi giorni il calendario venatorio è stato stravolto dal Tar del Veneto, che ha accolto con decreto cautelare numero 603/2012 il ricorso presentato dalle associazioni Lav, Wwf, Lipu, Lac, Enpa e Legambiente. Ancora una volta, infatti, nel tentativo di accontentare la lobby dei cacciatori che, ricordiamolo, ha nel sindaco tuttofare di Verona uno dei suoi massimi rappresentanti insieme alla doppietta del Pdl Donazzan-Berlato, gli esponenti della Giunta cercano di pasticciare con delibere in contrasto con norme e prescrizioni, con l’unico risultato che si produce un caos normativo che non giova a nessuno”.
Per Azzalin, Bortoli e Reolon la delibera rinviata – se approvata – confermerebbe ‘la posizione conflittuale apparentemente insanabile” tra Regione Veneto e Commissione europea, già oggetto di condanna di fronte alla Corte di giustizia europea, ed esporrebbe l’Italia (e il Veneto) a nuove censure e a sanzioni pecuniarie.
“Non è ammissibile che per qualche uccelletto cacciato in più – concludono i tre esponenti del Pd – si possa anche solo far correre a rischio di sanzioni al nostro Paese che, in questo momento di difficoltà evidente, non si può certo permettere di buttar via soldi per l’incuria di alcuni politici che intendono utilizzare gli appassionati della caccia come serbatoio personale di voti”.
Primo a chiedere il ritiro della delibera era stato Gennaro Marotta, consigliere regionale di Italia dei Valori, che ha ricordato che la direzione generale Ambiente della Commissione Europea a fine luglio ha già fatto sapere alle autorità italiane e alla Regione Veneto che se l’Italia (e quindi la Regione Veneto) applicherà anche per la stagione venatoria 2012-2013 deroghe illegittime, la Commissione europea chiederà l’imposizione di sanzioni pecuniarie contro la Repubblica Italiana.
Per Marotta il provvedimento adottato dalla Giunta il 3 ottobre “espone il Veneto e l’Italia a pesanti sanzioni dell’ordine di centinaia di migliaia di euro solo per accontentare la ristretta lobby dei cacciatori”.
Per Marotta, la decisione della commissione Agricoltura e Caccia del Consiglio veneto di sospendere il parere sull’autorizzazione alla caccia in deroga a fringuelli, peppole, storni e pispole sino al 20 novembre, “è un buon risultato, speriamo l’inizio di una retromarcia”.
“Il parere è stato sospeso, rinviando tutto alla prossima settimana – commenta Marotta – in attesa che la Giunta verifichi la legittimità di questo atto rispetto alle responsabilità civili, penali ed amministrative dei consiglieri regionali che lo dovessero votare e degli assessori regionali che lo hanno adottato”.
Marotta si dichiara soddisfatto perché Pd e Udc hanno ripreso e condiviso le argomentazioni critiche sostenute da Italia dei Valori. “Abbiamo posto sul tavolo la questione delle multe europee – evidenzia Marotta – e quella della responsabilità dei consiglieri regionali, se fossero chiamati a rispondere, per il loro voto in commissione, delle pesanti sanzioni che la Ue comminerà all’Italia per questa delibera veneta. Non si capisce perché si voglia continuare a mettere il Veneto in contrasto con le direttive europee, visto che gli organi comunitari continuano a farci presente che ulteriori deroghe di questo tipo potrebbero essere sanzionate pesantemente. Anche questi sono costi della politica”.
Perplesso a votare una norma a rischio di illegittimità si è detto anche Stefano Peraro (Udc). In difesa, invece, della caccia in deroga e del provvedimento impostato dall’assessore Stival, si sono pronunciati Moreno Teso e Dario Bond, del Pdl.
Teso ha suggerito di normare il calendario venatorio e la caccia in deroga attraverso una legge (non impugnabile dei giudici amminstrativi) anziché attraverso un atto amministrativo. Per il capogruppo Bond i dati scientifici dimostrerebbero che le specie volatili cacciabili in deroga non sono affatto in declino, anzi in aumento, e ha invitato quindi la commissione a non retrocedere rispetto alla consueta autorizzazione alla pratica della caccia in deroga, dato che la normativa europea in materia non e’ cambiata negli ultimi trent’anni.
( 8 ottobre 2012 )
Fonte: Regione Veneto