Caccia: Veneto, con la nuova legge approvata in Consiglio Regionale sarà possibile cacciare i cinghiali nei parchi; non mancano però le polemiche.
Il progetto legislativo, presentato dall’Udc, è stato approvato dal Consiglio regionale quasi all’unanimità. Ma resta un vero nodo: la norma non distingue tra animali selvatici che fanno danni, Lonardoni: “La gente vuole risposte ed è già allo studio un piano di contenimento”. Nuova legge regionale per il contenimento dei cinghiali: risarcimenti e possibilità di sparare anche nei parchi. Ma sarà una soluzione vera, la legge approvata quasi all’unanimità lo scorso giovedì dal Consiglio regionale in materia di fauna selvatica o aprirà una serie di questioni che ingarbuglieranno ancora di più le possibilità di risarcimento dei danni e di abbattimento dei cinghiali in aree protette?
Il progetto di legge presentato dal consigliere Udc Stefano Peraro, con i colleghi di partito Raffaele Grazia e Stefano Valdegamberi, sottoscritto anche dai rappresentanti della Lega nord Gianpiero Possamai e Paolo Tosato, avviato inizialmente come soluzione per risarcire i danni dei cinghiali nelle aree protette, nei passaggi in commissione ha perso la specificità di riferimento ai cinghiali e in aula è stato votato con il titolo “Iniziative per la gestione della fauna selvatica nel territorio regionale precluso all’esercizio dell’attività venatoria”.
Ma fauna selvatica non è solo quella non autoctona, per la quale la Regione ha deciso l’eradicazione. Selvatici sono anche caprioli, camosci, cervi, “L’espressione è stata lasciata generica perché se in Lessinia e nel Parco dei Colli Euganei esiste il problema dei cinghiali, nel bosco del Cansiglio c’è quello dei cervi”, precisa Peraro, confermando che “la legge definisce i meccanismi per i risarcimenti dei danni causati dalla presenza di fauna selvatica in due fondi: uno riservato alle produzioni agricole e zootecniche negli ambiti preclusi all’attività venatoria e l’altro alle persone e ai veicoli per impatto con i capi in attraversamento di sedi stradali di tutta la Regione”.
La disponibilità finanziaria per i risarcimenti è fissata con un tetto di 200mila euro all’anno, incrementabile di volta in volta in sede di stesura del bilancio. Il primo articolo della nuova legge regionale dà ampia discrezionalità alla direzione di parchi e aree protette per individuare e definire “i metodi ecologici a carattere selettivo per il controllo della fauna selvatica nelle zone vietate alla caccia e, ove accertata la loro inefficacia, i relativi piani di abbattimento, sentito il parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra)”.
Dunque si dovrebbe partire con sistemi incruenti e solo una volta accertata l’inefficacia, passare agli abbattimenti, però solo sentito il parere dell’Ispra, che non è vincolante, da come riportato nella legge. La norma prevede, inoltre, la possibilità di intervento per il contenimento della popolazione di specie selvatiche, la possibilità di avvalersi dei cacciatori residenti nei relativi ambiti territoriali, adeguatamente formati anche sulla scorta delle linee guida definite dall’Ispra.
“Il problema è pressante”, ammette Diego Lonardoni, direttore del Parco della Lessinia, “e la gente si aspetta risposte in tempi rapidi. È indubbio che la presenza massiccia di cinghiali in Lessinia abbia portato uno squilibrio biologico con danni al paesaggio e alla biodiversità. Come Parco abbiamo affidato ad Alessandro Brugnoli, faunista dell’Associazione cacciatori trentini, per la sua competenza su un territorio come quello lessinico, a cavallo fra le due regioni, la predisposizione di un piano di contenimento, ma sarà impegno mio e del presidente Paolo Garra sottoporre il suo studio alla consulta del Parco, di cui fanno parte tutti i portatori di interesse: dagli amministratori, alle categorie produttive, alle associazioni venatorie e ambientaliste. Poi sarà spedito all’Ispra e sulla scorta del suo parere, con eventuali prescrizioni, sarà applicato, in linea di principio, su tutto l’arco dell’anno, come adempimento dell’ente gestore, con presa d’atto della Regione”, conclude Lonardoni.
16 aprile 2013
Fonte: L’Arena