Caccia: Veneto, buona riuscita dell’incontro su normative nazionali ed europee svoltosi ieri a Venezia all’insegna della piena condivisione sulle problematiche da risolvere.
“L’incontro che ho fortemente voluto con Associazioni Venatorie, Provincie e Presidenti degli Ambiti Territoriali di Caccia si è svolto all’insegna di una piena condivisione sui principali problemi da risolvere e di una volontà chiara di unire gli sforzi respingendo posizioni di mera speculazione. Farò di tutto affinché da queste positive premesse possano scaturire molti frutti positivi”. Così l’Assessore alla Caccia della Regione del Veneto commenta gli esiti del meeting sull’applicazione delle normative venatorie sul territorio svoltosi in Regione, al quale hanno preso parte numerosi rappresentanti del mondo venatorio e di quello istituzionale, con all’ordine del giorno argomenti “sensibili” quali calendario venatorio, caccia in deroga, appostamenti, pianificazione.
“La Regione non ha alcuna responsabilità se i propri atti vengono sistematicamente impugnati dagli ambientalisti – ha detto l’assessore – anzi, visti gli esiti dei ricorsi sul calendario venatorio tutti a noi favorevoli, si deve riconoscere che si è ben operato. E’ indubbio che i vincoli restrittivi imposti dall’Unione Europea, ove i nostri Europarlamentari debbono farsi sentire per sostenere le sacrosante aspettative dei nostri cacciatori, creano non pochi problemi: doversi ogni volta difendere al TAR porta via tempo, denaro ed energie, togliendo serenità al corretto svolgimento della stagione venatoria”.
“Nel corso dell’incontro – aggiunge l’assessore – è emerso un grande senso di responsabilità da parte delle associazioni venatorie nazionali, le uniche in grado di farsi carico di un percorso culturale che superi localismi, fratture, speculazioni. Dobbiamo puntare a far valere su base tecnico-scientifica le nostre ragioni, moltiplicando gli sforzi per acquisire ogni necessario supporto scientifico”.
“Per tanti anni – ha aggiunto – qualcuno ha pensato di risolvere i problemi facendo manifestazioni e alzando la voce, ma così non si otteneva altro che aumentare la distanza tra cacciatori e intera collettività, spesso influenzata dalle ossessioni ambientaliste. Si doveva dare un’immagine diversa del cacciatore, che ha certo diritto di fare carniere, ma che ambisce soprattutto a veder riconosciuta la propria capacità di assecondare uno sviluppo sostenibile degli ambienti in cui esercita la propria attività, rendendosi credibile, per capacità gestionale e serietà, agli occhi di tutte le componenti sociali”. Le Associazioni venatorie nazionali hanno dimostrato, nel corso dell’incontro, che si può lavorare in modo diverso e che lo sforzo di condivisione delle decisioni e delle strategie, messo in campo dalla Regione in questi ultimi anni, va nella direzione giusta.
“Promuovere ricerca, questo sì è un imperativo assoluto” sottolinea l’assessore”. “Purtroppo – conclude – l’inversione dell’onere della prova comporta che si debba dimostrare la sostenibilità della caccia nelle sue varie espressioni. E se l’ISPRA non può o non vuole aiutare le Regioni nel perseguire la difesa delle tradizioni venatorie in un contesto di sostenibilità tecnico-scientifica, allora dovremo farcene carico noi, tutti assieme. Su questi temi tornerò a confrontarmi con il territorio già a partire dalle prossime settimane, nel corso delle quali organizzerò una serie di incontri a livello provinciale per acquisire osservazioni, critiche e proposte da parte dei Comprensori Alpini.”
11 gennaio 2013
Regione Veneto