Caccia in Veneto: L’Associazione Cacciatori Veneti scatena la rivolta dei cacciatori per la situazione venatoria che sta vivendo la regione.
L’Associazione Cacciatori Veneti con una propria nota invitare alla mobilitazione generale i cacciatori e tutti gli altri portatori della cultura rurale per dissentire sulla situazione venatoria che si sta verificando in Veneto. Il limite della pazienza, della sopportabilità, della decenza è stato ampiamente superato. I cacciatori del Veneto non si sono mai trovati a subire una situazione simile.
Denunciati penalmente per aver costruito i propri appostamenti ad uso venatorio, nonostante li abbiano costruiti utilizzando le stesse metodologie utilizzate negli ultimi due secoli. Privati del diritto di cacciare nel rispetto delle normative vigenti, dopo aver pagato ingenti tasse di concessione, condizione obbligatoria per poter ottenere il rinnovo della licenza di caccia. Privati del diritto di beneficiare del regime di deroga, che oltre a rappresentare forme di caccia fortemente radicate nella storia, nella cultura e nelle tradizioni del Veneto, è esplicitamente previsto e consentito dalle Direttive comunitarie e dalle normative nazionali e regionali vigenti. Ignorati da un assessore regionale alla caccia che dimostra di non avere alcuna intenzione di imparare a gestire una delega ed una materia che sembrano essergli ogni giorno più ostili.
L’Associazione Cacciatori Veneti, interpretando e raccogliendo il crescente malumore che serpeggia tra i cacciatori del Veneto, ha deciso di invitare alla mobilitazione generale i cacciatori e tutti gli altri portatori della Cultura rurale.
Convocato d’urgenza il Consiglio regionale dell’Associazione per definire i particolari di quella che si prefigura come una imponente mobilitazione generale, l’Associazione ha deciso di muoversi, per il momento, su tre direttrici:
1) RIVOLTA FISCALE: l’Associazione ha già fornito pieno mandato ai propri legali per verificare ogni possibilità di attivare una ” class action” collettiva che prevede anche una vera e propria azione di rivalsa nei confronti della Regione del Veneto per richiedere la restituzione delle tasse di concessione regionale ingiustamente intascate dalla Regione con la promessa di consentire l’esercizio venatorio in base ad un calendario venatorio regionale che invece è stato successivamente falcidiato da parte del TAR del Veneto che ha giudicato le delibere regionali carenti ed inadeguate a garantire una corretta gestione del patrimonio faunistico nella nostra Regione;
2) RIVOLTA POPOLARE: chiamando alla mobilitazione generale tutti i cacciatori del Veneto fino alla messa in atto di azioni eclatanti di protesta le cui dimensioni non sono per ora circoscrivibili;
3) RIVOLTA POLITICA: constatato che l’attuale classe politica regionale ha distrutto in meno di tre anni tutto quanto di positivo era stato costruito negli ultimi quindici anni; partendo dalla imprescindibile richiesta di dimissioni dell’attuale assessore regionale alla caccia, dimostratosi palesemente inadeguato a ricoprire il ruolo maldestramente affidatogli, i cacciatori del Veneto, chiamando a raccolta tutti gli altri portatori della Cultura rurale, decidono di attuare una incisiva azione di protesta nei confronti di tutte le forze politiche presenti in Regione, invitandole al rispetto degli impegni assunti con gli elettori, in mancanza del quale potranno essere previste eclatanti azioni volte a togliere il consenso elettorale a chi si dimostrasse non meritevole della fiducia ricevuta.
L’esasperazione a cui sono stati portati i cacciatori del Veneto ha raggiunto livelli talmente elevati da non potersi escludere alcuna iniziativa se ritenuta necessaria a richiamare le forze politiche al rispetto delle categorie economiche e sociali cosi duramente ed ingiustamente penalizzate dalla superficialità e dalla manifesta incompetenza di alcuni amministratori regionali.
Constatato il progressivo venir meno della credibilità dell’attuale classe politica e del modo inaccettabile con il quale la stessa privilegia le ragioni della demagogia e dell’integralismo animal-ambientalista; visto sacrificare sull’altare della convenienza e della scarsa competenza le ragioni della scienza ed i diritti di decine di migliaia di cittadini di serie “A” dalla fedina penale perfettamente pulita: i cacciatori del Veneto e molti altri portatori della Cultura rurale, sono pronti a dare vita ad un movimento politico autonomo per unire le forze di tutti i portatori della Cultura rurale.
Un Movimento pronto ad eleggere a tutti i livelli istituzionali propri rappresentanti ai quali affidare il compito di difendere in modo adeguato i diritti e le tradizioni di tutti i cacciatori e di tutti i portatori della Cultura rurale.
Maria Cristina Caretta
Presidente Associazione Cacciatori Veneti-CONFAVI