Caccia: Vasto, problema Cinghiali, per Ivano Cirese di EnalCaccia Abruzzo “Abbattimenti inutili che non risolvono il problema nel Vastese”.
La pessima gestione da parte dell’ATC, dall’insediamento della presidenza D’Angelo ad oggi, è la sola causa responsabile delle incomprensioni insorte. Prima di procedere con gli abbattimenti, l’ATC, avrebbe dovuto quantomeno tentare tutte le altre forme di contenimento previste e ben elencate nel regolamento stesso e solo in ultima analisi decretare gli abbattimenti che appaiono fortemente ridicoli (si possono abbattere solo novanta capi) nel risolvere il problema “Cinghiali”. Invece si è preoccupato subito e solo della formazione dei selecontrollori, forse mal consigliati dall’onnipresente avv. Nicolucci che da anni si riempie la bocca di una caccia sostenibile e di prelievi mirati col selecontrollo dimenticando che questa forma di caccia non rientra nella nostra tradizione culturale che è quella segugistica.
Tutte le forme di caccia vanno difese, anche quella con la carabina, ma questa non può cancellare la nostra tradizionale col segugio che ha radici millenarie nei nostri territori, essa non ci appartiene. Il selecontrollo in Abruzzo doveva essere rivolto soprattutto all’apertura della caccia ad altri ungulati in esubero e cioè: cervo, daino, capriolo che spadroneggiano nel 68% del nostro territorio chiuso assieme al cinghiale. I politici della nostra Regione conoscono bene il problema ed i limiti della legge nazionale e delle clausole europee, ma non ignorano le rimostranze di un ambientalismo fondamentalista che trova in determinate norme un efficace scudo varando ogni anno un calendario venatorio già morto in partenza, perché fatta la legge è trovato il ricorso come quello dell’anno scorso che solo grazie all’operato dell’Enalcaccia è stato superato.
L’Enalcaccia Abruzzo auspica una rivisitazione in tempi brevi da parte dell’organo competente dell’intero regolamento, includendo tutti i punti precedentemente esclusi e con tutto ciò che esso comporta compreso il selecontrollo ed invita gli ATC a dimostrare più attenzione e competenza nella gestione del proprio territorio operando attualmente col selecontrollo solo in quei territori dove sia veramente necessario un giusto prelievo del cinghiale a salvaguardia dei cittadini, dell’agricoltura e dell’altra fauna stessa.
Non abbia paura, e mi riferisco esclusivamente all’ATC Vastese, di interrompere questa pratica qualora ritenuta non necessaria. L’abbattimento di solo 90 capi decretato mi sembra confermi quanto scritto e dimostra che gli interventi sono inutili ai fini di un vero contenimento, sembra più dare un segnale ai sostenitori del selecontrollo e un contentino a quanti hanno pagato profumatamente per avere la qualifica, per farli divertire un pò.
Ivano Cirese
delegato regionale EnalCaccia
( 19 luglio 2014 )
Fonte: QuiQuotidiano