In Val d’Aosta in primavera è tempo di esami per l’abilitazione al prelievo venatorio. Quest’anno l’epidemia rischiava di compromettere le aspettative di decine di aspiranti cacciatori, ma le nuove tecnologie sono venute in soccorso dei nuovi seguaci di Diana. Abbiamo sentito in proposito la testimonianza di uno degli organizzatori del corso, Michele Monteleone Presidente Regionale di Arci Caccia Val d’Aosta: “Per il mese di marzo erano in programma il corso di formazione per il conseguimento dell’abilitazione al prelievo venatorio e quello per Capocaccia nella Caccia al Cinghiale.
L’esplosione del contagio e le misure di contenimento rendevano impossibile lo svolgimento del Corso di formazione, obbligatorio per accedere all’esame finale, nel modo consueto. Per questo, tramite il CERF, il Centro Educazione Regionale Faunistico, organismo formato dalle Associazioni Venatorie, dal Comitato Regionale della Caccia, e dall’Istituto Zooprofilattico e dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta, ha organizzato un Corso di oltre 50 ore, formato da lezioni di 2 ore per volta, tre volte a settimana, cominciato il 16 marzo e concluso il 7 maggio con l’esame teorico. Tramite la piattaforma Gsuite, abbiamo attivato un Corso per 42 iscritti, che hanno seguito le lezioni con una presenza media di 37/42. La facilità di seguire il corso, anche sul cellulare, ha permesso, per la prima volta, queste percentuali di presenza molto alte.
Dopo l’esame orale, a cui hanno partecipato tutti gli iscritti, 42 aspiranti cacciatori sono stati ammessi all’esame pratico e sono in attesa della relativa prova, che si svolgerà appena riaprirà il Poligono di Tiro. Ai cacciatori questo nuovo modo di fare lezione è piaciuto, visto che ha liberato gli iscritti dalle difficoltà logistiche che comporta lo spostamento in un territorio montuoso come quello valdostano. Inoltre, la presenza di una fitta rete di biblioteche sul territorio regionale ha consentito, anche a chi non ha il computer di guardare le lezioni in diretta o in streaming. Anche il materiale didattico è stato valutato positivamente ed anche i docenti sono stati apprezzati, soprattutto dopo che il CERF ha rinnovato i propri collaboratori e tutti si sono dovuti misurare con lo strumento tecnologico, mettendo in campo nuove metodologie di insegnamento e materiale didattico appositamente pensato e realizzato.”