Caccia: l’Unione Europea, a seguito delle richieste degli animalisti dice NO all’applicazione delle deroghe nell’attività venatoria italiana precisando che vigilerà sulla rigorosa osservazione della Direttiva Uccelli.
Le 6 associazioni sono convinte che “La nota della Commissione non lascia dubbi sullo stato da “sorvegliato speciale” in cui versa tuttora il nostro Paese e che, considerata la condanna del 2010 e l’ulteriore successiva messa in mora, porterebbe, nel caso di nuove infrazioni, a un severo intervento da parte delle autorità comunitarie”.
Ma i cacciatori e le Regioni che fino ad oggi li hanno assecondati in questa specie di guerriglia contro le normative europee dovrebbero fare attenzione anche ad un altro passaggio di grande importanza nella lettera della Commissione: “Sulla base della giurisprudenza della Corte, il desiderio di continuare pratiche venatorie tradizionali vietate dalla direttiva non può valere a dimostrare l’assenza di altre soluzioni soddisfacenti”.
Le associazioni animaliste e ambientaliste evidenziano il riferimento negativo alle deroghe per motivi tradizionali: “Un motivo, quello tradizionale, cui hanno fatto finora ricorso regioni come il Veneto e la Lombardia ma che, come dicono le sentenze della Corte di Giustizia europea, non può essere considerato valido ad autorizzare la deroga. Cioè, le ragioni della deroga devono essere ben altre e ben diversamente fondate. Altrimenti, niente deroghe. Il quadro che ne deriva non lascia dubbi: l’epoca della caccia italiana mascherata da deroghe è finita e con essa deve finire l’abbattimento illegittimo e persino illegale di milioni di piccoli uccelli migratori. Alla prossima deroga che Veneto, Lombardia o qualunque altra Regione dovesse scorrettamente autorizzare, non esiteremo a chiedere l’intervento di un giudice della Corte europea con un’ordinanza ad hoc che fermi all’istante gli abbattimenti illegali”.
20 gennaio 2014
Fonte: GreenReport