Caccia: Umbria, Club Le Torri, “Salviamo la qualità spontanea”, il cacciatore come soggetto vitale per l’ecosistema e per gli equilibri faunistici.
È vero, l’Italia dell’ecologia dei “verdi” galleggia sulla bancarotta del buonsenso. L’Italia dell’intoccabilità cervellotica galleggia sui disastri causati dall’incuria. L’Italia dell’animalismo settario si riempie la tasche speculando sui canili. L’Italia della “funzione sociale” spende meno per un bambino negli asili (meno di un €uro al giorno) mentre per un cane nei canili si sperperano circa 3,50 €uro ogni giorno. Emblematica, di conseguenza, risulta la testimonianza di alcuni cacciatori laddove in zone ad agricoltura abbandonata la riproduzione di selvaggina cacciabile (vedi fagiani, starne, lepri, pernici, ma soprattutto quaglie) si è manifestata con grandi numeri e con copiosi carnieri.
Ma quali e quanti sono stati i risultati dei primi giorni di caccia in Umbria? Anche in questo caso è bene precisare che nella nostra regione ci sono state alcune “oasi felici”, ma per il resto l’agrosilvopastorale è stato arido nella riproduzione ed ancor più nei carnieri.
Eppure avevamo “seminato” in ripopolamenti, speso oltre tre milioni di €uro attraverso gli ATC, tentato di scardinare la debennagine della politica, ma di fatto oltre 300.000 capi di selvatici, coma al solito, mancheranno all’appello.Ciò che è mancato in sostanza, ancor più per esaltare la qualità biologica ben lungi dall’abuso di antibiotici, è un valore veniale intrinseco che supera i sette milioni di €uro. In sostanza un prodotto interno netto (PIN) che avrebbe arricchito la nostra Regione.
Mario Bartoccini – Portavoce Club Cacciatori “Le Torri”
( 15 ottobre 2014 )