La “Grade manifestazione anticaccia” indetta a Torino lo scorso 3 giugno dal Comitato per il referendum sulla caccia in Piemonte pare si sia rivelata solo un “Grande Flop”.
Per protestare contro l’annullamento del referendum sulla caccia in Piemonte che avrebbe dovuto svolgersi proprio il 3 giugno, il Comitato promotore del referendum aveva deciso di organizzare per la stessa data una “grande” manifestazione nazionale per esprimere tutto il dissenso del mondo animalista e ambientalista nei confronti dell’attività venatoria ma soprattutto contro la “decisione antidemocratica” della Regione Piemonte di annullare il referendum con l’abrogazione della legge sulla caccia a cui la consultazione elettorale faceva riferimento.
Come al solito per le manifestazioni le cifre partecipative degli organizzatori si distaccano notevolmente da quelle reali o da quelle conteggiate dalle “Questure” e così ad un corteo di pochi accaniti anticaccia si associano i confratelli animalisti per la chiusura di GreenVille, alcuni simpatizzanti invitati dai primi e i soliti curiosi raggiungendo così un complessivo numero di partecipanti che sfiora i 700; per gli organizzatori invece sono molti di più quasi da raggiungere i 3000.
Peccato però che mentre prima della manifestazione gli organi di stampa filo animalista abbiano dato grande risalto alla “grande” manifestazione, invitando ad una mobilitazione di livello nazionale, a due giorni dalla stessa ancora non è dato sapere con precisione quale sia stata l’effettiva partecipazione.
A chi bisogna credere quindi, agli organi di stampa filo animalisti che parlano di migliaia in piazza o a testate imparziali come OggiNotizie – Torino e Repubblica.it che in trafiletti di poche righe fanno sapere che la manifestazione si è articolata “nel centro storico di Torino, dove ha sfilato un corteo di circa 700 persone”?
Considerato l’ampio livello di promozione della manifestazione, sostenuta oltre che da tutte le associazioni ambientaliste anche da Movimento 5 stelle, Idv, Fds, il numero di partecipanti appare comunque esiguo tanto da far pensare che probabilmente la questione non sia realmente così importante per i cittadini piemontesi che probabilmente hanno preferito risparmiare i milioni di euro altrimenti necessari per organizzare lo svolgimento del referendum soprattutto nel periodo di crisi economica che tutti stiamo attraversando.
Ad un evento simile non poteva mancare l’eurodeputato Andrea Zanoni, che durante il proprio intervento ha accennato ad una eventuale proposta di referendum per l’abolizione della caccia stavolta su base nazionale. Aspettiamo i prossimi sviluppi.