Il Tar dell’Umbria respinge il ricorso dei cacciatori e dichiara legittimo l’aumento della quota d’iscrizione all’ATC Terni.
Con una propria sentenza il Tar dell’Umbria ha dichiarato lecito l’aumento di 25.82 euro per la quota di iscrizione all’Ambito Territoriale di Caccia 3 della Provincia di Terni respingendo così il ricorso presentato dai cacciatori.
Secondo il ricorso dei cacciatori l’aumento della quota di iscrizione avrebbe dovuto essere determinato secondo un accordo tra la provincia di Terni e quella di Perugia e con l’eventuale appoggio del mondo venatorio in modo che non vi fossero disparità tra i cacciatori delle due province.
Si è verificato invece che l’aumento delle quote imposto solo per la provincia di Terni ha creato una disparità di trattamento rispetto ai cacciatori perugini; inoltre l’aumento delle quote era stato deliberato successivamente alla scadenza dei termini per l’iscrizione all’ATC quando ormai le quote erano state versate secondo la precedente tariffa. Secondo la sentenza del Tar, l’intesa tra le due Province equivale ad un “concorso procedimentale sulla definizione delle quote che, però, non equivale a dire che le medesime debbano essere identiche”.
Inoltre il Tar chiarisce anche il concetto di condivisione con il mondo venatorio dell’aumento delle quote spiegando che “Condivisione non vuol dire unanimità o suffragio universale, tutte le associazioni, fatta eccezione di una, hanno esaminato e approvato la variazione del contributo”.
Infine per quanto concerne la questione del rincaro successivo al termine di iscrizione secondo i giudici del Tribunale amministrativo non sussiste vizio di forma in quanto “non v’è nessuna norma che preveda termini perentori per la determinazione del contributo”.