Caccia al Merlo: Tutto quello che c’è da sapere se ti vuoi dedicare alla caccia dell’ormai diffusissimo merlo.
Meglio noto come Merlo, il Turdus Merula è un volatile fra i più noti in Italia. Lo si trova praticamente in qualsiasi habitat: giardini, prati, macchie mediterranee, vigne, orti, boschi, parchi cittadini, sono solo alcune delle situazioni nelle quali il merlo è in grado di proliferare. Sarà per questo suo sorprendente spirito d’adattamento che è presente non solo in Italia, ma praticamente in tutta Europa e in buona parte dell’Asia. Specie stanziale e di doppio passo, i merli italiani, eccezion fatta per quelli che abitano le Alpi, sono stanziali. Relativamente ai meno diffusi esemplari migratori, questi giungono in Italia dal Nord Est Europa: dalla zona ungherese, dal territorio cecoslovacco, dal Belgio, dalla Francia, dall’Inghilterra e dalla Danimarca.
Riconoscere un merlo migratore da quello stanziale potrebbe dimostrarsi particolarmente semplice: pare infatti che i volatili dotati di ala corta ed arrotondata siano generalmente stanziali, diversamente da quelli dotati di ali a punta. Inoltre i merli migratori dimostrano abitudini diverse rispetto a quelle dei merli italiani stanziali: in generale i migratori preferiscono sostare su alberi dotati di alti fusti, mentre gli stanziali o pasturoni prediligono sostare in zone ben più basse. Per le specie che vivono le zone limitrofe alle Alpi la migrazione autunnale conosce il suo culmine proprio mentre quella del tordo giunge al termine, mentre il ripasso è piuttosto anticipato rispetto a quello del tordo bottaccio e già a metà febbraio si è concluso.
Per quanto la migrazione autunnale non sia netta come nelle altre specie, i cacciatori da appostamento sanno bene che tra ottobre e novembre si verifica un copioso movimento di merli. Vista la diffidenza del volatile la maggioranza di quelli che cadono sotto i colpi dei cacciatori è rappresentata dai più giovani esemplari, riconoscibili per via della colorazione grigio scura. Purtroppo le informazioni relative alle attitudini stanziali e migratorie di questi favolosi volatili scarseggiano visti i pochi studi effettuati in merito.
Tecniche di caccia al merlo:
In linea di massima è possibile affermare che in Italia la caccia vagante non sia particolarmente redditizia e per questo è poco praticata. Si possono avere risultati interessanti solo nei primi periodi di apertura della caccia, quando si presenta una certa abbondanza di giovani esemplari che comunque si dimostrano particolarmente intelligenti e in grado di sviluppare in brevissimo tempo fini tecniche per aggirare le trappole umane. L’attitudine naturale a frapporre fra se e il fucile ostacoli naturali rende il merlo una preda per niente semplice da catturare la cui caccia inizia, durante i primi giorni di apertura nei dintorni dei vigneti, ai margini dei boschi o nelle zone di confine della macchia mediterranea.
L’ottimo udito del volatile rende necessaria la caccia in coppia: a battere il terreno è sempre meglio essere in due, di modo che l’uno batta una zona, l’altro un’altra zona, lasciando nel centro il territorio nel quale si suppone ci siano i merli. In questo modo si avranno migliori probabilità di ottenere qualche risultato. Superato il periodo autunnale la caccia al merlo diventa pressoché impossibile visto che il volatile si fa piuttosto restio all’involo: è il suo istinto a consigliargli, non a torto, di rimanere nascosto il più possibile fra la vegetazione, e il merlo si dimostra in grado di volare radente alle siepi e ai fossati, mostrandosi a malapena. Più gratificante si dimostra la caccia da capanno, a patto che si possiedano dei buoni richiami catturati sul finire di agosto. Dovranno essere addestrati custodendoli in locali isolati in compagnia di altri merli già ammaestrati; i merli novelli per imitazione perfezioneranno in pochi mesi la tecnica.
Il cacciatore che si è dimostrato in grado di addestrare dei buoni richiami avrà qualche possibilità di successo: il consiglio per chi sceglie di dedicarsi alla caccia da capanno è quello di cacciare all’alba e di avere un’ottima prontezza di riflessi. Il merlo infatti è solito avvicinarsi silenziosamente al richiamo, fermandosi prima a breve distanza e in seguito avvicinandosi con un breve salto alla trappola. Diventa dunque indispensabile essere in grado di sparare in fretta e senza errori visto che, una volta abbandonato il ramo, il merlo non farà più ritorno. Durante lo svolgimento della caccia è inoltre sconsigliato mostrarsi anche solo per raccogliere i volatili abbattuti: l’effetto sarebbe di abbandono definitivo del luogo da parte di tutto il gruppo.
Per concludere ricordiamo che il fucile e calibro da scegliere variano a seconda della tipologia di appostamento per quanto in linea di massima si possa consigliare un piombo 10.