La Confederazione Cacciatori Toscani ha reso nota la prima incursione sulla caccia da parte della Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU). Tramite una petizione di raccolta fondi è stata sottolineata la necessità di stravolgere la legge Nazionale sulla caccia per ridurre l’elenco delle specie cacciabili. Un obiettivo di medio periodo, che però potrebbe raggiungere i primi risultati già nell’immediato con una serie di proposte e di attacchi sui calendari venatori delle Regioni Italiane. Sotto la lente di ingrandimento alcune specie di uccelli migratori di grande interesse venatorio prese come icona di una nuova battaglia animal-ambientalista rispetto alla quale una delle principali associazioni protezionistiche, intende con molta probabilità misurare la tenuta delle Giunte Regionali e dei governatori all’indomani dei ballottaggi e della nuova compagine governativa. Si conta ovviamente anche sulle divisioni del mondo venatorio che grazie alle proposte populiste e autoreferenziali rischia di mostrarsi inadeguato ed impreparato a questa ennesima sfida.
La CCT per questo ha promosso un progetto – “Date from the sky” – rivolto alla raccolta dati per tracciare il trend della consistenza delle popolazioni di interesse venatorio, il loro stato di salute, la fenologia del passo e quant’altro di scientificamente rilevante per strutturare una strategia gestionale utile alla conservazione delle specie in oggetto. I risultati di questo progetto non verranno utilizzati solo per contrastare la richiesta che punta alla chiusura della caccia alle specie Allodola, Tordo sassello, Tortora selvatica, Moriglione, Pavoncella, Pernice Bianca e Coturnice (come chiede la LIPU), ma anche per difendere il calendario venatorio della Toscana che da anni ha saputo coniugare i giusti riferimenti scientifici, con la conservazione responsabile delle specie. Nel particolare della petizione della LIPU, cerchiamo di fornire alcune considerazioni che possano essere anche spunti di riflessione.
Nel suo comunicato la Lipu non inserisce alcun riferimento scientifico, si basa esclusivamente sulla sensibilità emotiva legata alla biologia delle specie (p.e. L’allodola è “La messaggera del mattino”). Solo nel caso della Coturnice riporta un dato che afferma che il 25% dei soggetti europei nidifica in Italia, non specificando la fonte. Il comunicato parla delle minacce di ciascuna delle 7 specie menzionate e in tutti i casi, oltre alla pressione venatoria, riporta problematiche molto diverse alla caccia come i cambiamenti climatici, la perdita di habitat idonei, ma soprattutto l’utilizzo sempre maggiore di sistemi agricoli intensivi con uso di pesticidi. Un comunicato che non voglia essere soltanto una presa di posizione nei confronti di una categoria (in questo caso quella venatoria), dovrebbe riportare almeno i valori scientifici su cui si basano le considerazioni, nonché specificare che nel corso degli anni, l’attività venatoria è già stata limitata e regolamentata concertando le scelte gestionali anche con le stesse Associazioni Ambientaliste e protezionistiche, proprio per non andare ad intaccare eccessivamente quelle popolazioni di selvatici che sono minacciate per ragioni totalmente diverse dalla caccia.
In particolare per l’Allodola esiste un Piano di gestione Nazionale approvato dal Ministero dell’ambiente redatto e basato anche su considerazioni e proposte della stessa Lipu. Pertanto risulta quanto mai paradossale e strumentale come da un lato la Lipu siede ai tavoli di concertazione Ministeriali e partecipa attivamente alla stesura del Piano di gestione e dall’altro, pochi mesi dopo, ne chiede la chiusura della caccia! Per quanto riguarda la Pavoncella e altre specie, se ancora oggi esistono molti habitat favorevoli alla specie come prati e prati umidi è merito in molti casi dell’attività venatoria. Infatti è spesso solo grazie alla passione ed al lavoro dei cacciatori che vengono mantenute durante tutto il corso dell’anno zone idonee alla riproduzione ed alla sosta della specie. Per il Tordo Sassello si fa riferimento soprattutto alla problematica legata alla caccia in migrazione prenuziale, nonostante molti dei report scientifici non sono assolutamente mirati allo studio di questa specie. Infatti i dati dei soggetti migratori sono spesso viziati dalla presenza degli svernanti, pertanto non scientificamente probanti.
La caccia alla Tortora Selvatica infine, si svolge spesso per una sola giornata all’anno, esattamente il primo giorno utile di Settembre, quando i soggetti adulti hanno già intrapreso la migrazione verso l’Africa (areale di svernamento); quindi il carniere è indirizzato quasi esclusivamente sui soggetti giovani che con molta probabilità non riuscirebbero comunque ad affrontare la migrazione post – riproduttiva. Ci viene dunque da scrivere in piena serenità che le Associazioni Ambientaliste ed Animaliste dovrebbero evitare di perdere tempo a fare la guerra al mondo venatorio, solo per rimpinguare le loro casse con raccolte fondi del genere, ma dovrebbero impegnarsi e investire le ingenti risorse economiche di cui dispongano, per una corretta battaglia di salvaguardia e miglioramento degli habitat idonei alle specie in oggetto, ma soprattutto si dovrebbero impegnare a sensibilizzare la giusta regolamentazione dell’utilizzo di pesticidi all’interno dell’agricoltura intensiva, vera minaccia e causa di scomparsa per le specie di avifauna stanziale e migratrice.