Caccia: Sondrio, i cacciatori protestano per le regole dettate dalla Regione in merito al prelievo venatorio della fauna tipica alpina.
Il Calendario Venatorio della Regione Lombardia stabilisce le regole per la disciplina dell’attività venatoria, tra le novità in arrivo alcune riguardano la caccia alla fauna tipica alpina e in particolare alla pernice bianca. I cacciatori della provincia di Sondrio protestano e la Provincia li sostiene. La Regione Lombardia si appresta a preparare il nuovo Calendario Venatorio e in tale ambito si è svolto l’incontro tecnico con i referenti delle Province; quale rappresentante per la Provincia di Sondrio c’era il funzionario Gianluca Cristini che però non ha avuto la possibilità di fare valere le ragioni del proprio territorio. Infatti l’esito dell’incontro non è piaciuto né ai cacciatori, né alla politica locale come ha potuto confermare l’assessore provinciale all’Agricoltura, Ambiente ed Aree Protette, Caccia e Pesca, Trasporti, Severino De Stefani, “La Regione ha riferito che, considerato che la pernice bianca è secondo loro un animale in sofferenza e che ci sono problematiche, unilateralmente quest’anno si potrà cacciare solamente nel mese di ottobre, per circa dieci giornate. A tavolino, senza alcuna possibilità di replica, è stato deciso che il limite massimo di abbattimento sarà quello dello scorso anno. Si potranno abbattere diciotto pernici per mandamento, con uno stop all’ottanta per cento. Lo hanno stabilito senza interpellare la controparte politica e indipendentemente dall’esito dei censimenti”.
Proseguendo De Stefani spiega, “Con questo modo di agire si mina il rapporto di fiducia che abbiamo costruito con i comprensori, in una zona già ricca di vincoli. Il piano di abbattimento viene definito su base locale, ogni anno, con censimenti che permettono di mettere in campo il massimo rispetto della fauna. Poi però comandano dalla Regione. Non devono venirci a insegnare da Milano, alcuni tecnici burocrati che stanno seduti dietro a un tavolo, come ci si comporta”. Infine l’assessore De Stefani ha concluso, “Ai funzionari sarebbe bastato sentire noi e i rappresentanti di Brescia, le due province interessate a questo argomento, per concordare i piani. Invece hanno fatto di testa loro, senza tenere conto del dialogo e delle tradizioni. Se i cacciatori protestano, hanno ragione”.
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