Caccia: il Sindacato Venatorio Italiano sule questioni del Parco Regionale del Matese, nella provincia di Caserta e dell’ATC1 di Campobasso in Molise, “Carpe Diem e …”
Carpe diem, letteralmente “cogli il giorno”, generalmente tradotta in “cogli l’attimo”, anche se la traduzione più appropriata sarebbe “vivi il presente” (non pensando al futuro) è una locuzione desunta dalle Odi del poeta latino Orazio. Si tratta non solo di una delle più celebri orazioni della latinità; ma anche di una delle filosofie di vita più influenti della storia, nonché di una delle più fraintese. Infatti, in essa, invece di cogliere la fugacità della vita e la bellezza di vivere e godere del presente, molti vi hanno colto, letto e tradotto una vena egoistica ed interessata nata dalla necessità di approfittare del momento per ottenere dei risultati che, altrimenti, non si sarebbero potuti ottenere. La locuzione, infatti, continua: “quam minimum credula postero” (“confidando il meno possibile nel domani”), oggi, nel 2013, viene letta: “cogli l’attimo e fotti il prossimo”. La caccia, manco a dirlo, è piena di questi esempi eclatanti di egoistica virtù. Vi riportiamo, dunque, due tentativi di sodomizzazione.Il primo nel Parco Regionale del Matese, provincia di Caserta.
Qui un novello Orazio non avrà dormito di gioia nello speculare i lauti guadagni che avrebbe potuto ottenere da una brillante idea che gli è venuta. Infatti, su richiesta formale dello SVI di predisporre (come legge impone) un Regolamento interno per consentire il passaggio (il passaggio si badi bene non l’attività venatoria) di cacciatori per potersi spostare da una parte all’altra del territorio provinciale, ha pensato bene di cogliere la palla al balzo e di imporre un dazio di transito (insomma siamo alle dogane delle città stato, di memoria medioevale). Il misero si accontenta di poco. Quaranta euro per i non residenti nel Parco e soli venti euro per i residenti. Volete transitare nel Parco senza beccare una denuncia penale? Si può fare, basta mettere mano al portafoglio!!
Il secondo, nell’ATC1 di Campobasso, provincia del Molise.
Qui un genio (certamente con la complicità di altri geni e tutti ferventi estimatori del poeta latino) con nota del 05.10.2013 (che fa bella mostra di se sul sito ufficiale – hanno avuto l’ardire di metterlo anche nero su bianco – www.atc1campobasso.com) ha statuito che in pari data chi avesse voluto usufruire del 2° scorrimento di graduatoria, per l’ammissione dei cacciatori non residenti nell’ATC stesso aveva niente popò di meno che un ora di tempo (dalle 17:01 alle 18:00 – altro che un ora 59 minuti) per formalizzare la richiesta. Volete cacciare nell’ATC 1 di Campobasso? Si può fare, basta non andare a lavoro, non avere impegni personali o familiari, non ammalarsi e rimanere connessi h24 al sito di caccia di Campobasso, magari con una spia sonora che vi avvisi ogni qual volta venga postata una comunicazione.
Già….”cogli l’attimo e fotti il prossimo”. Finché ti viene data la possibilità di farlo. Ci dispiace per lor signori ma i nostri pantaloni sono ben saldi alla cintola e questa volta il gioco non gli riuscirà.
Con formale richiesta lo SVI si è già attivato ed ha chiesto al primo oraziano: da quale mente è partorito lo scellerato Regolamento, quale norma di legge si presume essere stata applicata al caso concreto, con quale diritto impongono un balzello di transito, se la stessa tassa deve essere corrisposta anche dagli altri fruitori, quali sono gli amanti del motocross o gli appassionati di mountain bike o gli escursionisti della domenica (che in quanto a danni – tra rumori molesti, immondizia buttata in ogni dove e disturbo degli animali – forse ne fanno qualcuno in più rispetto ad un cacciatore), se conoscono la Costituzione Italiana che consente solo allo Stato di imporre tasse e garantisce a tutti i cittadini (e alle merci) la libera circolazione su tutto il territorio nazionale senza vincoli o impedimenti.
Al secondo invece è stato chiesto: il motivo per il quale è stata stabilita una sola ora per usufruire di un diritto acquisito, se conoscono il significato del principio della certezza del diritto, se siano a conoscenza della necessità che un atto pubblico debba avere tempi certi per essere conoscibile a tutti gli interessati (a tutti e non solo a qualcuno, magari preventivamente avvisato).
Per entrambi penzola pericolosamente la spada di Damocle perché, siano certi, al minimo sentore di provvedimenti illegittimi l’A.G. sarà da noi stimolata ad intervenire. Noi siamo gente semplice, di campagna quindi non conosciamo Orazio ma Totò e gli rispondiamo: “state attenti….che cà nisciun è fess!!”.
Ufficio Stampa
Sindacato Venatorio Italiano
( 4 dicembre 2013 )