Itinerari di Caccia: Il sesto giorno Dio compì la sua opera, lieto di averla creata così bella presa la terra tra le mani e la baciò. Lì dove pose le sue labbra è la Sicilia. (Renzino Barbera). Esistono delle realtà nel nostro paese che neanche te le aspetti e scoprirle ti da un piacere enorme. E’ il caso di una azienda agro venatoria siciliana, una di quelle dove l’aggettivo eccellente risulta quasi riduttivo. Andiamo a conoscere la tenuta di Stefano Saporito in provincia di Trapani.
Di Federico Cusimano
Quel magico angolo di Sicilia: l’itinerario di caccia che vi proponiamo ha l’enorme vantaggio che può essere tranquillamente esteso a tutta la famiglia. Non stiamo parlando infatti di andare in qualche ameno e sperduto luogo in mezzo ai monti, dove la prima traccia di civiltà si può trovare ad ore di macchina, come del resto spesso e volentieri capita a noi cacciatori. In questo caso se desiderate una caccia indimenticabile in un ambiente perfetto e contemporaneamente volete far contenta la moglie, la compagna o tutta la famiglia, avete trovato il luogo giusto. Stiamo parlando di un angolo di Sicilia incantevole dove arte, cultura, paesaggi, sole e mare si fondono insieme. Quindi mentre la famiglia va a fare un giro tra templi e necropoli della Magna Grecia, (Segesta e Selinunte) o una bella gita ad Erice, noi cacciatori possiamo dedicarci alla nostra passione alla Santissima Trinità. Luogo incantevole in provincia di Trapani, precisamente a Castelvetrano.
La SS Trinità è un’azienda faunistico venatoria di proprietà di Stefano Saporito il quale ha dedicando tutta la sua vita alla caccia, trasformando radicalmente l’azienda di famiglia da agricola in agro-venatoria. Uliveti e vigneti hanno dato posto ad olivastri selvatici e boschi, le pianure destinate ai cereali sono state invase dagli acquitrini formando le marcite destinate ad ospitare beccaccini e limicoli. Quattro o cinque laghetti all’interno della tenuta sono i luoghi perfetti per incontrare anatre di tutte le specie. Insomma Stefano a ricreato il territorio originale, proprio come doveva apparire centinaia di anni fa, quando Federico II di Svevia Re di Sicilia e di Gerusalemme l’Imperatore dei romani, Re d’Italia e di Germania frequentava proprio questi posti per dedicarsi alla sua più grande passione, la caccia. L’imperatore fu uomo di scienza e di azione, di grande cultura e forte temperamento, si deve proprio a lui il primo trattato scientifico della storia dell’uomo che si occupa di caccia: “De Arte Venandi Cum Avibus”.
Ma tornando ai nostri giorni questa bella azienda ospita, oltre alla selvaggina tipica della Sicilia, anche tutti i maggiori ungulati italiani, che nel passato sono stati presenti sull’isola ma ormai da troppo tempo sono scomparsi. E’ stato quindi soltanto l’amore per la caccia che ha spinto Stefano Saporito e suo figlio Giulio a riprodurre l’ambiente ideale per ospitare cervi, daini, cinghiali, mufloni e addirittura splendidi esemplari di capre di Montecristo. Oltretutto la ricchezza dei terrei e credo la presenza di sali minerali particolari hanno favorito lo sviluppo di esemplari di una bellezza straordinaria con trofei eccezionali.
La SS Trinità in particolare ospita una colonia di mufloni con arieti tra i più belli che abbia mai visto e cacciato.
Ma conosciamo un po’ meglio questo affascinate animale: il muflone fu introdotto nel centro del Mediterraneo in epoca neolitica dall’Asia Minore da dove originariamente proveniva. Esso rappresenta l’unico esempio di pecora selvatica attualmente presente sul territorio europeo. Animale molto rustico e frugale, in grado di adattarsi bene anche ad ambienti poco ospitali. Quasi estintosi nel corso dei secoli ne sono rimaste delle popolazioni, che occupavano solo pochi areali nei territori della Sardegna e della Corsica, dalle quali sono stati presi i capostipiti che oggi popolano tutta l’Europa.
In Sicilia il muflone è stato presente fin dall’antichità, lo stesso Federico II ne fa cenno nelle sue opere, successivamente è totalmente scomparso dalla Sicilia. Reintrodotto sull’isola di Levanzo sono stati presi alcuni capi che hanno dato vita alla ricchissima e veramente bella popolazione presente alla SS. Trinità. Per quanto riguarda la caccia, in Sicilia il muflone, come del resto tutti gli ungulati, cinghiale escluso, è possibile cacciarli soltanto in aziende agro venatorie come prelievo di carni alternative, questo perché l’attuale legge non ne consente un prelievo venatorio normale, ma pensandoci bene non ne vieta neanche la caccia, bè, semplicemente i nostri legislatori si sono dimenticati che gli ungulati esistono in Sicilia e quindi non hanno previsto nulla. Naturalmente non hanno neanche previsto la possibilità di inserire o togliere dalle specie cacciabili quelle che nel corso del tempo risultano essere in sofferenza o in sovrannumero. Insomma bisogna proprio essere orgogliosi di tali esimi giuristi!
L’azienda prende il nome dalla famosissima cappella che si trova all’interno della tenuta. Si tratta di una chiesa Arabo Normanna SS Trinità di Delia di epoca medioevale, voluta insieme ad altre chiese che mostrano la stessa struttura a Palermo e Mazzara, direttamente dai re normanni per esaltare il loro potere. L’edificio totalmente ristrutturato dall’architetto Patricolo per volontà della famiglia Saporito nel 1880 presenta una pianta centrale a croce greca che insiste su un quadrato ed una cupola emisferica di colore rosso, le porte laterali d’ingresso rigorosamente riservate agli uomini mentre quella centrale destinata alle donne, nel pieno rispetto del rito greco. Insomma in questo angolo di Sicilia tra tradizione, cultura e natura si respira davvero un’aria buona.
La mia esperienza venatoria al inter dell’azienda S.S.Trinità non è pultroppo positiva. Ci tengo a precisare che fosse una delle mie prime esperienze all’interno di una azienda faunistica venatoria.
Malgrado aver prenotato a gennaio con notevole anticipo sulla prima apertura di settembre, sapendo che questo avrebbe dovuto influire sulla assegnazione delle migliori postazioni come promesso dal gestore, ad esperienza oramai conclusa devo affermare che queste promesse sono state disattese dando precedenza evidentemente ai soliti amici…
Mentre io è il mio gruppo siamo stati accompagnati in una zona periferica della riserva non adeguata al passaggio del colombaccio(giornata dedicata alla caccia al colombaccio) e al quanto abbandonati fin dal primo mattino senza alcun tipo di indicazione.
Concludendo ho potuto notare la mia stessa insoddisfazione in altri gruppi che han condiviso quanto da me espresso, poca serietà nel organizzazione impegnata solo nel proprio interesse economico.