La Confederazione Italiana Agricoltori di Savona ha presentato in Regione la petizione “Cinghiali, la pazienza è finita”, volta ad allontanare la presenza degli ungulati dai centri abitati.
A seguito dell’incontro con l’assessore provinciale alla Caccia e Pesca, Livio Bracco, e con l’assessore all’agricoltura, Giorgio Garra, avvenuto il 20 ottobre scorso, che hanno riconosciuto l’eccessiva presenza dei cinghiali e dei caprioli sul territorio che vanno a costituire un costante pericolo alla sicurezza stradale nonché una rilevante causa dei danni alle coltivazioni, gli agricoltori si sono presentati in Regione con una raccolta di duemila firme per chiedere un nuovo sistema di controllo per l’individuazione delle aree “non vocate ai cinghiali”.
La petizione sarà sottoposta all’attenzione del Presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, dell’assessore all’Ambiente e Caccia, Renata Briano, e dell’assessore all’Agricoltura, Giovanni Barbagallo.
Gli agricoltori chiedono con la petizione un incontro in Regione volto a definire uno specifico piano di controllo che preveda zone a densità zero di ungulati, il livello di densità degli ungulati nelle altre zone e l’attuazione di efficaci metodi necessari al contenimento della specie.
Nell’ambito delle misure di contenimento i coltivatori chiedono che che venga contemplata la possibilità, per coloro che non sono muniti di regolare porto d’armi, di invitare singoli cacciatori sul fondo; di consentire il tiro da appostamento, anche notturno, come metodo di abbattimento; ed infine gabbie e recinti per la cattura di questi animali.
Inoltre si chiede che venga attivato un osservatorio permanente che verifichi regolarmente le situazioni, le aree di crisi e meccanismi di responsabilizzazione dei cacciatori nella caccia ordinaria al cinghiale con verifiche dei risultati, prevedendo la rotazione delle zone di caccia.
Gli agricoltori temono che l’attività economica agricola possa essere considerata al pari di un’attività da tempo libero come è in effetti l’attività venatoria, pertanto elencando proposte collaborative con gli enti e le associazioni venatorie, evidenziano i contenuti dei regolamenti provinciali e delle normative regionali nel chiedere l’individuazione di quelle aree “non vocate ai cinghiali” dalle quali quindi questi animali possano essere completamente eradicati.
La Confederazione Italiana Agricoltori si rende disponibile ad accogliere qualsiasi tipo di proposta che risulti efficace nella completa soluzione di questo problema, ormai conosciuto sul territorio da decenni, in modo che le attività agricole possano essere svolte nuovamente a livelli competitivi nella prospettiva di un possibile sviluppo economico.