Cancellare la domenica dal calendario venatorio regionale per tutelare l’incolumità di cittadini, turisti ed escursionisti. Lo chiede Gianluca Sassi del gruppo misto, che invita la giunta a limitare le aree di caccia e proibire le manifestazioni più pericolose, come le battute di caccia al cinghiale, verso l’obiettivo di un divieto della caccia sull’intero territorio regionale. “Si susseguono in continuazione- spiega il consigliere del gruppo misto- incidenti con conseguenze gravi, a volte addirittura mortali, durante la stagione venatoria. L’ultimo caso il 22 settembre scorso a Faenza dove un uomo, convinto di sparare ad un animale ha in realtà colpito tre persone che stavano lavorando in un frutteto. Solo pochi giorni prima un altro caso estremamente inquietante a Cesena, dove era stato letteralmente impallinato un bambino di 8 anni”.
Sassi sottolinea quindi i “seri rischi” che correrebbero sia i cittadini residenti, sia coloro che scelgono di trascorrere in Emilia-Romagna periodi di vacanza. “Una simile gestione della caccia, modellata principalmente per le esigenze dei cacciatori- rimarca il consigliere del gruppo misto- inevitabilmente configge con altre politiche regionali, tra cui quelle nel settore del turismo”. Recentemente il ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare ha preso posizione sull’argomento e ha lanciato un appello chiedendo alle Regioni di modificare sin da subito il calendario in corso e di bloccare almeno le battute di caccia la domenica, quando boschi e monti sono popolati ancora di più da escursionisti, da chi va a funghi o a castagne e chi vuole trascorrere una giornata nella natura.
Per questo Sassi chiede alla giunta di accogliere l’appello del Ministro e di cancellare la domenica dal calendario venatorie regionale con effetto immediato. Chiede poi all’esecutivo regionale se “non ritenga improrogabile la necessità di tutelare adeguatamente l’incolumità e la fruizione libera e sicura del territorio regionale, i cittadini e, nello specifico, gli agricoltori, le famiglie, i turisti egli escursionisti, limitando le aree di caccia e proibendo le manifestazioni più pericolose, quali le battute di caccia al cinghiale, indirizzando le proprie azioni verso l’obiettivo di un divieto della caccia sull’intero territorio regionale”.
(Giulia Paltrinieri)