Non si placano le polemiche sulla stagione venatoria il giorno successivo la protesta dei cacciatori. Diverse associazioni ambientaliste sono pronte a sporgere denuncia contro le modifiche al calendario sulla caccia approvate dall’assessorato all’Ambiente.
La replica di Oppi: “L’integrazione del calendario è stata fatta con criteri per salvaguardare l’attività”. Le associazioni Enpa, Lav, Legambiente, Lipu BirdLife Italia e Wwf Italia hanno incaricato i propri legali di presentare denuncia alla Procura di Cagliari e Corte dei Conti per le modifiche apportate al calendario venatorio dal Comitato tecnico regionale e approvate dall’assessore della Difesa dell’Ambiente Giorgio Oppi.
Secondo gli ambientalisti, la vicenda sarda apre una nuova fase nel contrasto agli abusi in materia venatoria, che sarà estesa ovunque per perseguire chi continua a favorire illegittimamente interessi privati a danno degli animali e della natura.
Sull’argomento è intervenuto Giorgio Oppi, assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente: “Il calendario venatorio del 23 dicembre ha portato la conclusione dell’attività venatoria, per determinate specie, a domenica 8 gennaio, in linea con quanto riportato nel documento ISPRA per la redazione dei calendari venatori. Comprendiamo bene la contrarietà, e solo a parole, dei consiglieri Artizzu e Sanna in merito alle decisioni assunte dal Comitato faunistico nella giornata di ieri”.
“Non si capisce – prosegue Oppi- perché la stessa intransigenza utilizzata nelle esternazioni a uso e consumo dell’opinione pubblica, non sia stata utilizzata per richiedere l’immediata discussione della proposta di legge sulla caccia che da tempo giace in attesa dell’inserimento all’Ordine del giorno dell’Aula”.
Infine l’assessore conclude: “Va precisato che una coerente espressione di voto negativa in Comitato non è stata espressa dai rappresentanti delle associazioni venatorie componenti del Comitato stesso, che invece hanno assunto la comoda posizione di astensione dal voto mettendo a rischio la possibilità di arrivare anche al 19 gennaio”.
Infine, “La sola proposta di modifica e integrazione del calendario, fatta con criteri che salvaguardassero il calendario venatorio da ulteriori rilievi e ricorsi, è stata fatta dopo che le sollecitazioni rivolte ai componenti delle associazioni presenti sono cadute nel vuoto. Alla luce della decisione del Consiglio di Stato, non era possibile autorizzare legittimamente l’attività venatoria dopo il 19 gennaio e nel mese di febbraio”.