I cacciatori sardi accusano gli ambientalisti per le penalizzanti modifiche al calendario venatorio e sporgono formale querela.
La diatriba tra le due categorie da sempre contrapposte, cacciatori e ambientalisti, si posta nella aule di tribunale; i cacciatori della Sardegna infatti incolpano ambientalisti e animalisti di aver causato le modifiche al Calendario Venatorio regionale e sporgono formale querela nei confronti delle associazioni ambientaliste e animaliste denunciando pressioni di queste nei confronti del Comitato Faunistico sardo.
Si legge nell’articolo di Antonio Pintori sul sito della Regione Autonoma della Sardegna l’attacco dei cacciatori:
“Lo avevano annunciato nei giorni scorsi. Le doppiette dell’associazione venatoria regionale “Caccia Pesca Ambiente Sports” hanno presentato una querela contro sei associazioni ambientaliste. L’accusa è di presunte pressioni al comitato faunistico regionale.
Una querelle legata alle controversie delle ultime settimane sul calendario venatorio regionale, prima bocciato dal Tar e dal Consiglio di Stato e poi rivisto dalla Regione dopo la protesta dei cacciatori.
I dirigenti di “C.P.A Sport” hanno depositato la querela presso la Procura della Repubblica di Cagliari contro le associazioni Enpa, Lav, Legambiente, Lipu- BirdLife Italia e Wwf Italia. «Queste associazioni », ha spiegato il presidente regionale del gruppo venatorio, Marco Efisio Pisanu, «hanno predisposto un comunicato sottoscritto dal presidente della Lipu-BirdLife Italia, consegnato prima della riunione del Comitato faunistico ad ogni componente ».
Pisanu ha aggiunto: «Con il comunicato si diffidava il comitato faunistico regionale a non votare un calendario venatorio difforme rispetto alle prescrizioni del Consiglio di Stato. In caso contrario gli enti ambientalisti firmatari del documento avrebbero fatto valere le loro ragioni davanti alle competenti autorità, in particolare l’Autorità giudiziaria penale».
Da qui l’appello: «La magistratura accerti se vi siano delle responsabilità di chi, con la distribuzione di volantini, non ha permesso di effettuare una votazione obiettiva»”.
Immediata è stata la replica degli ambientalisti di Legambiente che si può leggere nello stesso articolo:
“«Nessuna pressione o intimidazione », ha risposto Nino Morabito, responsabile nazionale della fauna per Legambiente, «abbiamo solo inviato una nota informativa per ricordare che il nuovo calendario venatorio non poteva essere approvato, per legge, senza il parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale. Cosa che poi purtroppo è avvenuta. Per questo noi abbiamo presentato un esposto alla Procura»”.