Caccia in Sardegna. Gli ambientalisti della Lega per l’abolizione della caccia, del Wwf e del Gruppo d’intervento giuridico onlus hanno presentato ricorso al Tar contro il Calendario Venatorio regionale sardo 2015-2016 promulgato con decreto assessoriale il 5 agosto 2015 e pubblicato sul Buras numero 37 del 13 agosto 2015.
Le associazioni ambientaliste sostengono che il decreto “è stato formulato in assenza di vincolante procedura di valutazione di incidenza ambientale (V.I.A.), necessaria per tutte le attività o progetti che possano modificare le caratteristiche ecologiche e naturalistiche delle aree appartenenti alla Rete Natura 2000”, si legge in una nota.
Col ricorso viene chiesto l’annullamento del calendario venatorio, previa sospensione cautelare. “Secondo i dati ufficiali del ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare – sottolineato gli ambientalisti – i siti di importanza comunitaria (Sic) esistenti nel territorio della Sardegna e individuati con un percorso procedurale che ha coinvolto a pieno titolo la Regione, lo Stato e l’Ue sono 87, per una superficie complessiva pari a 269.333 ettari (17,7% del territorio isolano), mentre le zone di protezione speciale (Zps) sono 31, per una superficie complessiva pari a 147.644 ettari (6,13% del territorio), sono inoltre sei le aree coincidenti fra Sic e Zps, per una superficie complessiva pari a 97.094 ettari (4,03% del territorio). In totale le 124 aree naturali protette terrestri facenti parte della Rete Natura 2000 (Sic, Zps, Sic e Zps coincidenti) riguardano 452.366 ettari (18,77% della Sardegna), in gran parte aperto all’attività venatoria. Eppure, non risulta effettuata alcuna procedura di Valutazione di incidenza ambientale riguardo all’attività venatoria”.
Il 17 agosto scorso, Amici della Terra, Lega per l’Abolizione della Caccia e Gruppo d’Intervento Giuridico avevano già inoltrato un ricorso alla Commissione europea.
( 27 ottobre 2015 )
Fonte: SardiniaPost