Iniziativa legale della Lac veneta contro la Regione: “Sono usati per l’uccellagione, vietata dalla direttiva europea”
La Lac – Lega abolizione caccia – ricorre al Tar del Veneto contro la cattura con le reti dei piccoli uccelli migratori utilizzati dai cacciatori come richiami vivi. Nello specifico, fa sapere la stessa associazione, la Lac “è ricorsa al Tribunale amministrativo del Veneto contro la delibera della Giunta regionale (la 2464 del 4 agosto 2009, pubblicata sul Bollettino ufficiale 70 del 25 agosto 2009) relativa all’autorizzazione di impianti di cattura, i cosiddetti ‘roccoli’, per la cattura ed il rifornimento di richiami vivi ai cacciatori”.
Il ricorso, fanno sapere gli animalisti, verrà esaminato dal Tar mercoledì.
La Regione Veneto, ricorda la Lac, su iniziativa dell’assessore alla Caccia, Elena Donazzan, ad agosto aveva autorizzato l’uccellagione – pratica di caccia dei volatili attuata con dispositivi fissi, tra cui le roccole – per la cattura di 23 mila uccelli. Questo, denuncia, “attraverso 53 roccoli gestiti dalle province (26 a Vicenza, 8 a Treviso, 8 a Verona, 6 a Padova, 4 a Venezia ed uno a Belluno), operanti a spese dei cittadini veneti dato che il funzionamento di questi impianti costa oltre 300 mila euro l’anno sottratti alle casse pubbliche”. Per Andrea Zanoni, presidente della Lac, “l’uccellagione finanziata con i soldi dei contribuenti e’ una delle pratiche più barbare e vergognose autorizzate dalla regione”. Il ricorso al Tar, aggiunge, è “un’azione legale che ha l’obiettivo di bloccare una delle attività più odiose attualmente in essere in Veneto che consentono la caccia con le reti da uccellagione di piccoli uccelli, utilizzati successivamente come richiami vivi”. Ricorrere al Tribunale amministrativo, conclude l’animalista, “per noi era d’obbligo”, anche perchè “la delibera che consente l’uccellagione è vietata dalla direttiva comunitaria 409/79/Cee”.
Fonte: Agenzia Dire