DIVIETO DI UTILIZZO DEI RICHIAMI VIVI DI ACQUATICI A MANTOVA: PRONTO INTERVENTO DELL’ANUUMIGRATORISTI
Venuti a conoscenza dell’improvvido divieto di utilizzo dei richiami vivi di Anseriformi e Caradriformi introdotto dalla Provincia di Mantova, l’ANUUMigratoristi regionale della Lombardia, concordemente con la Presidenza provinciale ANUU mantovana, ha immediatamente inviato al Servizio Caccia e Pesca provinciale (e in copia alla Regione) una nota chiedendo la revoca di simile, ingiustificata restrizione. Come si legge in tale lettera dell’ANUU “si richiede di voler annullare tale divieto in quanto, sin dal 15 giugno scorso, la Regione Lombardia,
D.G. Agricoltura, aveva comunicato via fax a tutte le Province lombarde che “sentita la Direzione Generale Sanità, nelle more della pubblicazione di apposita ordinanza ministeriale in corso di approvazione, si comunica che il Ministero della Sanità intende prorogare la deroga al divieto di utilizzo di richiami vivi appartenenti agli ordini degli Anseriformi e dei Caradriformi e i relativi adempimenti”.
Inoltre, come l’ANUU regionale riporta nella sua comunicazione alla Provincia “la medesima nota della Regione così concludeva: “anche per la stagione venatoria 2010/2011 si confermano pertanto le misure sanitarie già adottate nelle passate stagioni venatorie”: ossia, utilizzo di richiami vivi di anatre e pavoncella con fascette numerate apposte al tarso di ciascun soggetto, rilasciate dalla Provincia di residenza del cacciatore richiedente, con contestuale registrazione di un’apposita autodichiarazione cartacea e successivo inserimento di tutti questi dati nello specifico database informatico della D.G. Sanità regionale”.
Una procedura certamente non snella, ma che comunque, per due stagioni venatorie consecutive, ha permesso di reintrodurre i richiami vivi nella caccia da appostamento agli acquatici, pratica per la quale il supporto del richiamo vivo è pressoché necessario. Ora, siccome l’espressione “nelle more” è traducibile con “in attesa che”, il solo riferimento da tenere presente è quello della conferma della possibilità dell’impiego di tali richiami come comunicato dalla Regione, peraltro prioritario interlocutore delle Province che non si interfacciano direttamente con i Ministeri. Tanto che, si sottolinea, nessun’altra delle undici Province lombarde ha emanato simile divieto, come nella lettera è stato ricordato ai “disattenti” funzionari provinciali.
Attendiamo ora che la Provincia voglia accogliere la richiesta di recedere dal suo intento, anche perché è ben tempo che i cacciatori non paghino più conseguenze per un allarme esclusivamente mediatico come quello che impazzò nel 2005 sul virus H5N1, allorché sembrava che da un giorno all’altro l’intera popolazione mondiale sarebbe stata colpita dall’influenza aviaria. Basta discriminazioni!
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