L’assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo, interviene in merito al calendario venatorio per rispondere agli allarmismi creati in questi giorni dagli ambientalisti sulla questione della tutela degli orsi in Abruzzo, a loro dire disturbato e messo in pericolo nel periodo preletargico dall’operato dei cacciatori.
“Il comunicato del WWF del 12 settembre sul rispetto del Piano d’azione per la tutela dell’orso marsicano (PATOM), l’attività venatoria e la tutela dell’orso bruno marsicano, suscita non poche perplessità poiché non fornisce un quadro corretto e completo dell’argomento. I fatti, incontrovertibili, dimostrano come questi uffici non siano ostaggio di estremismo né venatorio né ambientalista.
Il lavoro svolto dalla Direzione Politiche agricole ha prodotto risultati concreti che sono la migliore risposta a chi invece si esprime su posizioni strumentali e di opportunismo. È appena il caso di ricordare che il WWF è tra gli enti ed associazioni sottoscrittori del protocollo d’intesa, redatto dal Ministero dell’Ambiente – Direzione Generale per la protezione della natura e del mare, che ha prodotto il PATOM, approvato il 16 novembre 2009 a Pescasseroli.
Il PATOM, al paragrafo 2.2, punto 5 “Schema della strategia di conservazione” stabilisce che “il potenziale impatto delle attività venatorie dirette sull’orso è limitato ad una pratica venatoria, la caccia al cinghiale in braccata. È necessario che questa pratica sia progressivamente vietata in tutto l’areale dell’orso, partendo immediatamente con le aree critiche di presenza.
Restano invece ampiamente accettabili e talvolta anche espandibili le altre forme di caccia (girata al cinghiale, carabina su altri ungulati, ecc.) eventualmente contrattando flessibilità locali e limitate nel tempo per proteggere situazioni temporanee di criticità”. Il punto 3.2, “Gestione dei conflitti”, azione B1, “Gestione attività venatoria”, prevede che l’attuazione delle varie modalità di caccia consentite, sulla base delle caratteristiche locali, dovrà essere discussa attraverso un processo di partecipazione con le amministrazioni competenti e i gruppi di interesse prima dell’approvazione da parte delle amministrazioni regionali territorialmente competenti.
Anche le linee guida dell’ISPRA relative all’applicazione del PATOM, non ancora ufficialmente adottate, nelle aree critiche di presenza dell?orso escludono solo l?esercizio della caccia al cinghiale in braccata, ritenendo tale forma di caccia praticabile nelle aree “di bassa idoneità?. Per la stagione venatoria 2011-2012, per non creare i conflitti con il mondo venatorio e contemperare le esigenze di tutte le parti coinvolte, si è scelto applicare, nella Zona di Protezione Esterna (ZPE) del Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise, le modalità di caccia previste nel protocollo d’intesa, stipulato nel 2008, tra il Parco stesso e la provincia dell’Aquila, ancora vigente, che prevede come forme di caccia al cinghiale compatibili con la presenza dell’orso la girata e l’abbattimento selettivo.
Tale scelta è stata ampiamente condivisa dall’ISPRA (che ha curato la supervisione scientifica del PATOM) il quale ha formulato una serie di indicazioni di dettaglio per l’esercizio della caccia nelle aree interessate dal PATOM, perfettamente condivisibili, ed ha altresì assicurato la propria disponibilità al percorso partecipativo che questo assessorato intende avviare, per l’attivazione di una gestione faunistico-venatoria che rispetti pienamente le esigenze di conservazione dell’Orso bruno marsicano.
A tal proposito, questo assessorato ha chiesto al Ministero dell’Ambiente l’affidamento delle azioni relative alla gestione venatoria nelle aree interessate dal PATOM. Anche L’Università Sapienza di Roma, che ha curato la parte scientifica del PATOM, ha confermato interesse e disponibilità al percorso partecipativo, nonché la corretta interpretazione di quanto previsto dal PATOM da parte della Regione, i consensi espressi dall’ISPRA e dall’Università Sapienza di Roma confermano la validità delle azioni intraprese da questo assessorato, che ha adottato una gestione dell’attività venatoria improntata a criteri tecnico-scientifici, sensibile alle tematiche faunistico-ambientali ed attenta al contemperamento delle esigenze e delle istanze di tutte le parti interessate”.
Fonte: Portale Ufficiale della Regione Abruzzo – www.regione.abruzzo.it