La Regione Emilia Romagna richiama la Provincia di Reggio Emilia, “ancora pochi i cinghiali abbattuti, ancora troppi i danni”.
E’ una reprimenda piuttosto severa quella che arriva dalla Regione in merito ai piani di controllo e selezione relativi a cinghiali ed ungulati sul territorio reggiano. Ad intervenire sul tema è stato l’assessore all’Agricoltura Tiberio Rabboni, rispondendo ad una interrogazione in merito presentata dal consigliere Fabio Filippi: “In merito alla caccia al cinghiale – ha spiegato Rabboni – i dati rilevati nella Provincia di Reggio evidenziano un prelievo annuale medio-basso rispetto alle altre province dell’Emilia-Romagna.”
Proseguendo Rabboni ha spiegato, “Nell’ultima stagione venatoria è stato pari al 10% dell’intero prelievo regionale di cinghiali. Lo stesso si può dire per i risarcimenti pagati dalla Provincia agli agricoltori per i danni causati dai cinghiali: Reggio ha liquidato 14.000 euro sui 220.000 erogati nell’intera regione”.
Rabboni ha poi aggiunto che grazie al calo dei danni arrecati specie nelle province dove il prelievo è stato più efficace, è stato possibile nel 2012 rifondere il 100% dei danni denunciati dagli agricoltori, ma ha aggiunto che “ripartiamo alle Province per il risarcimento dei danni un budget predeterminato, calcolato sulle erogazioni storiche e su criteri territoriali, che incentiva le stesse Province ad un impegno coerente alla prevenzione e alla riduzione dei danni, dal momento che una volta liquidati i danni accertati le somme che eventualmente residuano possono restare nella disponibilità delle Province ed essere destinate ad autonome iniziative faunistico-venatorie”.
Infine Rabboni ha comunque riservato una stoccata ai cacciatori reggiani: “Per il mancato raggiungimento degli obiettivi di caccia di selezione nella Provincia di Reggio non si può che denunciare un comportamento non collaborativo, addirittura in alcuni casi di vera e propria contrapposizione, dei cacciatori che praticano le tradizionali battute collettive al cinghiale e che non consente ancora, come invece si verifica in altre realtà territoriali, di raggiungere gli obiettivi programmati”.
Una risposta che comunque non ha soddisfatto Filippi che ha così replicato, “Mi sembra bizzarro sostenere che la causa del problema sia l’inettitudine degli stessi cacciatori. L’elevata presenza di cinghiali, in particolare in Appennino, è causa di alterazioni nell’ecosistema oltre che motivo di veicolazione di parassiti e batteri. La Regione, pur ammettendo tiepidamente, corresponsabilità da parte di una Provincia latitante, non pare intenzionata ad intervenire”.
Inoltre Filippi ha aggiunto, “L’assessore ha riferito di diversi livelli di impegno delle singole realtà locali. In particolare relativamente agli indennizzi rivolti agli agricoltori: “La Provincia di Reggio nel 2009 ha liquidato indennizzi per 32.000 euro; ridotti nel 2011 a 14.000 euro” Sul totale dei 220.000 euro stanziati nell’intera regione. A prescindere dalle tesi di Regione e Provincia, il sovrappopolamento di cinghiali è molto elevato e diversi sindaci hanno chiesto di intervenire per limitarne la presenza. Gli agricoltori sono inermi. Occorrono interventi per contrastare il problema della diffusione di batteri nelle colture foraggere”.
19 gennaio 2013
Fonte: Gazzetta di Reggio Emilia