Caccia: Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, presenterà un’interrogazione per propone l’individuazione di un commissario per controllo cinghiali nei parchi.
Lasciare da parte le ideologie per adottare un approccio scientifico al tema della caccia: e’ la scommessa che associazioni venatorie e associazioni ambientali, prima fra tutte Legambiente, fanno assieme alla festa dell’Unità dove si e’ svolto oggi l’incontro moderato dal direttore dell’Unità, Erasmo D’Angelis. All’incontro ha partecipato Osvaldo Veneziano di Arci Caccia, il responsabile per la biodiversità di Legambiente Antonino Morabito, Gianluca Dall’Olio della Federazione Italiana della Caccia, Giampiero Samurri, presidente Ferderparchi ed Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera.
“E’ una foto di gruppo importante quella che c’è qui oggi, – ha detto Realacci – rispetto chi è contrario all’uccisione di animali, ma la bussola deve essere la gestione degli equilibri ecologici e l’interesse del Paese. Il mondo venatorio deve tornare a parlare con una sola voce. Se si arrivasse a un referendum contro la caccia sappiamo bene che la grandissima parte dell’opinione pubblica sarebbe contro la caccia. Sappiamo altrettanto bene che c’è una parte del mondo venatorio che è parte del Paese. Non penso ad alleanze solo con Legambiente, ma anche con Slow Food, ad esempio. C’è un’idea di Italia fatta di territori, di persone, di coltura che non fa parte del passato, ma è un ossatura dell’Italia e anche dell’Expo. Se non si guarda a quell’Italia non si capisce la forza del Paese”.
Per questo Realacci annuncia: “Domani presenterò una interrogazione al Ministero dell’Ambiente per individuare una persona che affronti il tema della proliferazione dei cinghiali dei parchi, così da trovare una soluzione complessiva al problema”. “Dobbiamo lasciare le ideologie al passato. L’attenzione alla filiera alimentare è segno di un modo che sta cambiando e il nostro impegno deve essere mettere intorno a un tavolo interessi diversi per l’interesse generale del paese. Se, come associazioni venatorie, rimaniamo nella logica delle corporazioni rimaniamo zavorra. Dobbiamo pensare a tavoli che comprendano la diversità, pensando all’interesse generale del paese”.
“Per responsabilità anche di Arci Caccia, – ha sottolineato ancora Veneziano, – il mondo venatorio ha sbagliato la sua collocazione esaltando l’aspetto ludico dell’attività venatoria. Ma l’aspetto ludico è un aspetto del tutto individuale. Al centro dobbiamo mettere il val ore di alcune carni al servizio del paese. Una risorsa sommersa del Paese che va messa al servizio dell’economia del paese stesso. Un’idea, per esempio, sarebbe quello di abbinare i vini alle carni di questi animali che può diventare, forse, un patrimonio di quei territori. Questo primo appuntamento può essere l’inizio di una riconciliazione: di questo ringrazio l’unita’ e la Festa dell’Unità”.
Antonino Morabito, responsabile biodiversità di Legambiente, sottolineando come rispetto a un secolo fa “c’è un raddoppio del verde rispetto nel nostro Paese, l’Italia porta un patrimonio di biodiversità in Europa. La sfida di oggi è la gestione e la cura della casa comune, una sfida ecologica e sociale prima ancora che economica. Preso atto che molte conseguenze della crisi economica provengono dalla crisi ecologica, – ha aggiunto Morabito – occorre rimettere la seconda sfida al centro. L’ecologia è una scienza non una ideologia ed è quindi interesse generale cercando di mettere insieme le diversità per affrontare una strada comune. Parlare di animali porta un carico forte di empatia rispetto agli esseri più indifesi. Queste componenti spostano il confronto e il dibattito sulla emotività, che non va cancellata, ma riportando al centro la scienza, l’ecologia”.
“Alcune specie, come i predatori, sono cresciuti con un indice sempre più alto rispetto alla specie preda. Non basta introdurre più cinghiali e caprioli a mettere in salvo il lupo. Scientificamente questo non avviene. Noi vogliamo come componenti di questa famiglia italiana metterci a disposizione”, ha concluso Morabito.
“Alcune delle problematiche che abbiamo di fronte come la gestione della specie aliene, la seconda causa di perdita di biodiversità del mondo, richiede un approccio avulso da qualsiasi ideologia – avverte il presidente di Federparchi Giampiero Samurri – “Abbiamo il dovere di intervenire con razionalità. Ci vuole razionalità su temi come la gestione del cinghiale, un problema in tutti i territori e soprattutto nei parchi. Il cinghiale è una specie che si può gestire. Con l’unione di questi mondi è possibile trovare una sintesi”.
Gianluca Dall’olio di Federazione Italiana della Caccia, si domanda “quale contributo dà il Ministero dell’Agricoltura a questa cultura – ed auspica “un allontanamento delle tematiche della caccia dal ministero dell’agricoltura e un avvicinamento a quello dell’ambiente. La scommessa importante è avere una diversa unità delle associazioni venatorie. Libera caccia ad esempio ha sparato a zero sull’intesa che abbiamo cercato con Legambiente, dicendo che ci stavamo suicidando e proponendo un approccio di estrema destra, da celodurismo che è sbagliato a mio modo di vedere”.
( 7 settembre 2015 )
Fonte: AGI