Caccia: Ravenna, l’ISPRA risponde alle richieste di chiarimenti riguardo alla questione della caccia di selezione dei Daini nella Pineta di Classe.
In merito all’annosa questione circa la caccia di selezione al Daino nel comprensorio ravennate della Pineta di Classe, l’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha risposto alle numerose richieste di chiarimento avanzate da sigle animaliste e privati cittadini precisando che “Le alternative gestionali proposte per rimuovere il nucleo di daini senza ricorrere all’abbattimento, quando non esplicitamente proibite dalle attuali norme, non appaiono tecnicamente praticabili, o comportano rischi di determinare ulteriori impatti alla biodiversità”. La risposta di ISPRA arriva dopo il respingimento delle proposte di annullamento della caccia di selezione avanzate dagli animalisti già pervenute dal Tar e dal Consiglio di Stato. L’ennesima conferma della bontà e della necessità delle operazioni di abbattimento arriva ora da ISPRA che ha così chiarito in una propria nota sulla questione:
Valutazioni dell’Ispra circa i previsti abbattimenti di daino nella Pineta di Classe.
Negli ultimi mesi sono pervenute ad ISPRA numerose note e richieste di chiarimento da parte di privati cittadini ed associazioni, relative ad interventi di abbattimento di una popolazione di Daino programmati dalla Provincia di Ravenna in un’area adiacente alla Pineta di Classe. Con la presente nota ISPRA intende quindi fornire alcuni chiarimenti sull’intervento, sui pareri tecnici espressi dall’Istituto e sui criteri di valutazione tecnico-scientifica adottati da ISPRA per la stesura di tali pareri.
È innanzitutto opportuno ricordare che il Daino è specie cacciabile ai sensi dell’articolo 18, comma 1, lettera c della legge n. 157/1992. Inoltre, le generali indicazioni tecniche elaborate da ISPRA per la gestione del Daino prevedono: “la conservazione dei nuclei storici in ambiente mediterraneo <…> e delle popolazioni maggiormente affermate presenti nell’Appennino centro-settentrionale <…>. In questi casi andrebbero mantenute densità compatibili con la rinnovazione forestale e dovrebbe essere previsto il congelamento dell’areale, attraverso la rimozione sistematica degli individui in dispersione. I piccoli nuclei isolati e quelli di recente formazione, spesso originati da fughe da recinti o da introduzioni abusive, dovrebbero essere totalmente rimossi” (Fonte: “Linee Guida per la Gestione degli Ungulati” – ISPRA 91/2013).
La Regione Emilia Romagna disciplina le modalità di prelievo della specie nel Regolamento n.1/2008 per la “Gestione degli ungulati in Emilia Romagna”; gli obiettivi di gestione sono definiti sia nell’ambito degli indirizzi regionali, che recepiscono per il Daino le indicazioni tecniche prodotte da ISPRA, sia negli strumenti di programmazione provinciali (Piano faunistico Venatorio). Per il Daino nell’area della Pineta di Classe, l’obiettivo della gestione prevede la rimozione degli animali per il contenimento delle consistenze.
Per quanto riguarda i daini presenti nella Pineta di Classe ed aree limitrofe, nel 2013 la provincia di Ravenna ha evidenziato i problemi causati, in particolare nel periodo estivo, dalla presenza di Daini nell’area, che è fortemente antropizzata e ad elevata vocazione turistica. La provincia di Ravenna ha quindi inviato nel 2013 ad ISPRA una richiesta di parere circa l’attivazione di un piano di prelievo venatorio del Daino nelle aree ricadenti nell’Ambito Territoriale di Caccia “Ravenna 2” (ATC RA2) adiacenti a terreni coltivati, mediante caccia di selezione, tecnica che assicura un ridotto impatto su altre specie presenti nell’area. Considerati gli obiettivi di gestione della specie nell’area, la provincia aveva previsto il prelievo della totalità dei soggetti ivi conteggiati, al fine di rimuovere quindi il nucleo presente.
ISPRA ha valutato tale piano coerente con il dettato dell’art. 12 della legge n. 157/92 e con il regolamento regionale 1/2008 e con i generali obiettivi di limitazione della specie in ambito nazionale. ISPRA ha pertanto espresso parere tecnico favorevole circa il piano proposto dalla provincia di Ravenna. Gli abbattimenti tuttavia non sono stati realizzati e nell’agosto del 2014 la provincia ha inviato ad ISPRA una ulteriore richiesta che prevedeva i) il prelievo in selezione nelle aree dell’ATC RA2 limitrofe alla Pineta di Classe e interessate da colture agricole ii) il controllo della fertilità per il nucleo della Pineta di Classe iii) l’attuazione di misure di attenuazione del rischio di incidentalità (dissuasori ecc.) nei punti più critici della rete viaria, unitamente alla realizzazione di una campagna di sensibilizzazione dei guidatori.
ISPRA ha ritenuto l’approccio proposto dalla Provincia, articolato come sopra, condivisibile sotto il profilo tecnico, ma ha espresso perplessità tecniche circa l’intervento di immunocontraccezione proposto per il nucleo di daini della Pineta di Classe. A tale proposito ISPRA ha evidenziato che il controllo della riproduzione tramite l’uso di vaccini contraccettivi in natura presenta limiti significativi, sia in termini di efficacia nel lungo termine sia rispetto alle procedure autorizzative. Un’eventuale applicazione di tale tecnica richiederebbe pertanto una fase sperimentale e un’attenta pianificazione che permetta di valutarne la fattibilità, l’efficacia in funzione degli obiettivi e la sostenibilità nel lungo termine alla luce delle problematiche operative e tecniche (Massei & Cowan, 2014. Fertility control to mitigate human-wildlife conflict: a review. Wildlife Research 41(1) 1-21). L’uso delle sostanze utilizzate nei vaccini contraccettivi deve in ogni caso essere prioritariamente concordato con il Ministero competente.
Si ritiene inoltre di aggiungere che da un punto di vista tecnico il rilascio in zone vocate di daini eventualmente catturati nelle aree in esame è fortemente sconsigliabile perché rischia di provocare impatti significativi nelle aree di rilascio, a svantaggio dei Cervidi autoctoni, mentre il loro trasferimento in recinto è in contrasto con la normativa regionale (Regione Emilia Romagna , delibera 1519 del 28-7-2003) che stabilisce che “non è consentito l’allevamento di fauna selvatica che non sia nata in cattività o di cui non possa essere dimostrata la legittima provenienza”, escludendo pertanto chiaramente la possibilità di costituire un allevamento con fauna catturata in natura. Va anche ricordato che in Italia sono molti gli esempi di fughe accidentali da recinti che hanno determinato la creazione di piccoli nuclei di daini e di altri Ungulati alloctoni (ad esempio Ammotragus lervia, Cervus nippon), confermando la limitata efficienza dei recinti nel lungo termine; la stessa origine della popolazione di daini della Pineta di Classe è da mettere in relazione ad una fuga da recinto. A parere di ISPRA esiste quindi in concreto rischio che il trasferimento degli animali in cattività causi ulteriori problematiche gestionali nel medio periodo.
In conclusione, gli abbattimenti programmati dalla provincia di Ravenna sulla popolazione di Daini della Pineta di Classe si configurano come attività venatoria, praticata su una specie cacciabile (art. 18, comma 1, lettera c della legge n. 157/1992) e prevista, programmata nonché dettagliatamente normata dalla Regione Emilia Romagna (Regolamento n.1/2008 per la “Gestione degli ungulati in Emilia Romagna” ), non diversamente da quanto avviene in altre parti del Paese e nella stessa provincia. A titolo informativo, si evidenzia che, a livello nazionale, il Daino è prelevato in regime di caccia in 23 province delle 60 in cui è presente, e che nella regione Emilia Romagna nella stagione venatoria 2009-2010 sono stati prelevati 961 capi (Fonte: Banca Dati Ungulati ISPRA).
L’impostazione inizialmente prevista dalla provincia di Ravenna per il piano di abbattimento del nucleo di daini era, da un punto di tecnico, coerente con le norme nazionali e regionali in materia, come evidenziato da ISPRA nei propri pareri di competenza. Le alternative gestionali proposte per rimuovere il nucleo di daini senza ricorrere all’abbattimento, quando non esplicitamente proibite dalle attuali norme, non appaiono tecnicamente praticabili, o comportano rischi di determinare ulteriori impatti alla biodiversità. Per l’attivazione di forme di controllo della riproduzione, quali l’immunocontraccezione, si renderebbe comunque necessaria una fase di sperimentazione che ne verifichi l’efficacia e la praticabilità, assicurando un pieno rispetto delle procedure autorizzative per l’uso delle sostanze previste.
Si evidenzia infine che al prelievo condotto in regime di caccia non si applicano i principi di prioritaria attivazione di metodi ecologici, previsti esclusivamente per le attività di controllo ai sensi dell’articolo 19 della legge 157/92.
( 21 maggio 2015 )
ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale