Caccia: preapertura della Stagione Venatoria…e delle polemiche; l’anticipo dell’apertura della caccia come ogni anno crea scontro fra cacciatori e ambientalisti.
Cala il numero di cacciatori in Italia, ma la passione resiste. Nel Belpaese, maglia nera dell’Europa per le infrazioni sull’ambiente, dai rifiuti alla tutela della fauna, fa discutere la decisione dell’apertura della caccia a inizio settembre, prima di quanto raccomandato dall’Ue.
In diverse Regioni d’Italia a inizio settembre si apre la caccia, e con essa le polemiche sollevate dalle associazioni animaliste. Si tratta, in realtà, di una preapertura rispetto alle indicazioni dell’Europa, che chiede ai Paesi membri di cominciare a sparare dopo la terza domenica di settembre. Secondo i dati dell’Enpa, Ente nazionale protezione animali, se negli anni ’80 erano 2milioni e 200mila gli italiani che come hobby imbracciavano il fucile a caccia di animali selvatici, oggi sono non più di 650mila. Una passione che parrebbe in declino, ma che conserva comunque uno zoccolo duro di estimatori: rarissime le donne, pochi i giovani, il cacciatore è soprattutto un uomo di mezza età.
“L’unica caccia accettabile è quella chiusa per sempre. Siamo contrari sia per l’impatto drammatico che hanno gli spari sulla fauna, sia per un discorso etico: uccidere per divertirsi è inaccettabile”, sostiene l’Enpa.
“Ogni Regione ha il suo calendario venatorio, che varia a seconda della presenza faunistica di ciascun territorio e delle fasi di ripopolamento”, ribatte l’Associazione nazionale libera caccia. Nelle Marche, ad esempio, si caccia dal 2 settembre al 10 febbraio 2016: il merlo può essere ucciso e catturato da settembre a dicembre, la volpe fino al 31 gennaio del prossimo anno. In Umbria, invece, per tutta l’estate, da giugno ad agosto, è stato possibile cacciare il daino, il capriolo, il cervo e il muflone, e sarà possibile farlo pure ad ottobre di quest’anno, gennaio e marzo 2016. Anche la Regione Lazio, dove è possibile cacciare 13 specie che secondo i dati scientifici ufficiali dell’Ispra sono considerate con status di conservazione sfavorevole, ha concesso una preapertura del calendario venatorio a inizio settembre.
L’Italia, maglia nera dell’Europa per le infrazioni all’ambiente, dai rifiuti alla tutela della fauna, è stata più volte messa sotto accusa per non aver osservato la direttiva comunitaria del 1979 per gli uccelli selvaggi e del 1985 per la salvaguardia dell’habitat. La legge 157 del ‘92, nata come legge di protezione e tutela della fauna selvatica e per regolarizzare il calendario venatorio, ha iniziato solo nel 2010 a dare i primi risultati, grazie a un accordo tra gruppi parlamentari, mettendo finalmente un punto alla cosiddetta stagione della “caccia selvaggia”.
“Lo scorso autunno l’Europa ha però dato un ennesimo avvertimento all’Italia – spiega l’Enpa – aprendo la procedura d’indagine Pilot e sottolineando la situazione di illegittimità in cui versa il Paese a causa dei calendari venatori che le Regioni possono stabilire in autonomia”.
“La caccia dovrebbe essere impedita nei luoghi di nidificazione e durante tutte le fasi di riproduzione e di dipendenza dei piccoli, ma non sempre è così e le preaperture sono devastanti”, afferma Annamaria Procacci, ambientalista dell’Enpa e parlamentare dei Verdi dal 1987 al 2001, che a fine anni ’80 subì anche un’aggressione mentre assieme ad altri attivisti nel bresciano cercava di togliere le reti utilizzate dai cacciatori per catturare gli uccelli.
“L’Italia ha 18 specie in cattivo stato di conservazione a cui si può comunque sparare – conclude Procacci -, ed è ancora permesso negli appostamenti usare come esche uccelli vivi da richiamo provenienti da allevamento”.
( 27 agosto 2015 )
Fonte: LaPresse (Twitter LaPresse)