Caccia: Il Comitato di Gestione Atc 13 di Massa Carrara ha definito gli incrementi delle immissioni di lepri, pernici e fagiani nei territori di competenza.
Massa Carrara: Al vaglio anche l’aumento delle quote di iscrizioni: si va verso la differenziazione tra cacciatori locali e fuori regione. Valerio Poi, Presidente Atc 13 Ms: “Strategia che porta a più selvaggina e territori recuperati”.
Più fagiani, pernici e lepri nei territorio di competenza dell’Ambito Territoriale di Caccia 13 della Provincia di Massa Carrara.
La notizia, già ventilata negli scorsi mesi, ha trovato una prima conferma durante l’ultimo Comitato di Gestione che sta valutando ora parametri, risorse economiche disponibili e strategie per incrementare il numero dei capi di selvaggina da immettere sul territorio di caccia.
Al vaglio la possibilità di inserire, rispetto al passato, il 13% in più di fagiani, il 59% in più di pernici e il 49% in più di lepri. Una decisione legata anche alla possibilità, se il testo unico regionale lo prevederà – la sua approvazione è in programma ad aprile – di ritoccare leggermente anche le quote di iscrizioni per i cacciatori iscritti all’Atc 13 (info su www.atcms.13.it).
“Stiamo valutando – ha spiegato Valerio Poi, Presidente del Comitato di Gestione – la possibilità di aumentare il numero dei capi di selvaggina da immettere incrementando del 31% gli sforzi economici per arrivare a questo risultato, che definirei straordinario e che i cacciatori hanno più volte chiesto. Il tutto è però legato alle risorse a disposizione, e da qui l’eventualità di applicare quote differenziate tra cacciatori locali, ed iscritti all’Atc 13, e cacciatori che invece provengono da altre regioni.
Non si tratta di un modello nuovo, ma di un modello esportato da altre regioni e Ambiti Territoriali di Caccia, dove il cacciatore paga di più se proviene da un altro territorio. Eventuali aumenti delle quote saranno concertati con tutte le associazioni venatorie; il loro contributo sarà decisivo. La quota – ricorda Poi – è ferma dal 2000 e ci permetterebbe di recuperare il tasso di inflazione. E’ un adeguamento normale e in linea con l’inflazione”.
Ancora prematuro avanzare ipotesi sulle quote ma si parla di una quota tra i 50, quello attuale, e 75 euro per i cacciatori locali, e di 100 euro per i cacciatori fuori regione. “Un ritocco che ricade in maggior parte sui cacciatori fuori regione – spiega ancora Poi – e che ci permette di avere effetti immediati sul territorio attraverso l’incremento dei capo, ma anche attraverso la possibilità di avere più risorse a disposizione per recuperare i terreni abbandonati.
Un aspetto a cui, questo Comitato, sta lavorando seriamente, e che mettiamo tra le priorità della nostra agenda ad ogni appuntamento”.
Tra i temi toccati durante l’incontro tra i membri che compongono il Comitato anche il regolamento attuativo regionale e la gestione della caccia al capriolo, argomento che saranno approfonditi a febbraio. “Sono i due temi all’ordine del giorno del prossimo Comitato – conclude Poi – e che saranno fondamentale per ridisegnare il futuro della caccia in Toscana”.
Andrea Berti